Madonna in trono con Bambino. Madonna in trono con Bambino
dipinto,
Alibrandi Girolamo (attribuito)
1470ca-1524
Dipinto su tavola raffigurante la Madonna in trono con Bambino. L'opera di forma centinata, attribuita a Girolamo Alibrandi (Messina 1470 ca. - 1524), è inserita entro una cornice lignea coeva intagliata e dorata con iscrizione dipinta su trabeazione: FIAT PAX IN VIRTUDE TUA
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Alibrandi Girolamo (attribuito): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Interdisciplinare Regionale di Messina
- INDIRIZZO Viale della Libertà, 465, Messina (ME)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è stato acquistato dalla Regione Siciliana per il Museo Regionale di Messina nel 1995 dalla Galleria Adriano Ribolzi di Montecarlo. Precedentemente l’opera era stata acquisita dalla collezione Tejado a Barcellona, successivamente era transitata nella collezione Miani a San Paolo in Brasile con l’attribuzione ad Antonio Solario, detto lo Zingaro, per poi giungere alla Galleria Adriano Ribolzi di Montecarlo con la definitiva assegnazione a Girolamo Alibrandi. I confronti stilistici con altre opere dell’autore documentate o identificate confermano la paternità al pittore messinese che mostra palesi caratteri linguistici di matrice antonelliana con personali ed eclettiche soluzioni vicine a Cesare da Sesto, collegate anche alla cultura di Leonardo e di Raffaello. I riferimenti all’illustre predecessore Antonello da Messina sono evidenti in alcuni particolari dei soggetti, nella definizione del panneggio della veste e nella ideazione simbolica dello scenario. Le figure della Madonna e del Bambino sono inserite entro il rigido tosello di stoffa posto come schienale del trono che fa da fondale, coprendo la parte centrale di una finestra aperta su di un cielo azzurro. Lo sfondo dunque è definito dalla verticalità del rigido pannello a baldacchino che si incrocia sulla linea orizzontale dell’apertura nella parete. La stessa impostazione geometrica degli incastri a croce delle due forme si nota nel trittico di Antonello ricomposto nel 2004 agli Uffizi raffigurante la Madonna e Bambino in trono nella tavola mediana, insieme ai Santi Benedetto e Giovanni in quelle laterali. Nel dipinto antonelliano si coglie infatti la presenza dell’usuale pannello di stoffa che racchiude all’interno le due figure e si eleva dal trono, collocato a ridosso della spalliera rettangolare dello scanno ricoperta da un drappo. Nella tavola dell’Alibrandi il profilo dello schienale del seggio è stato sostituito con la finestra, riproducendo così una composizione cruciforme accennata proprio dall’incastro dell’elemento architettonico con quello di arredo entro cui ambedue le immagini divine sono poste. L’impostazione a croce del fondo è anche visibile nei dipinti leonardeschi della “Madonna Litta” del Museo Poldi Pezzoli di Milano e della “Madonna con Bambino con Melograno”, le cui simmetriche aperture ai lati definiscono in modo evidente lo spazio cruciforme interno che ingloba entrambi i soggetti sacri rappresentati. Si potrebbe pertanto ipotizzare che l’Alibrandi abbia inteso comunicare attraverso una impostazione simbolica, criptata, il profondo significato di amore della Madre e del Figlio, uniti nella condivisione della croce terrena che si apre ad uno spazio eterno di cielo. Anche la frase in latino sulla trabeazione della cornice” FIAT PAX IN VIRTUDE TUA” (Sia la pace nella tua forza) è una esortazione a guardare oltre. Un motto che fa pensare ad una destinazione conventuale o privata dell’icona votiva. L’espressione è presa dalla liturgia delle ore (salmo 121), cuore della vita monastica di una giornata, tutta ritmata dalla preghiera e dal laborioso lavoro. La recita dell’orazione era un’esclusiva solo dei monaci e dei presbiteri sino al 1963, quando con il Concilio Vaticano II torna ad essere la preghiera di tutta la Chiesa. La locuzione è un arcano invito a mantenere ed esercitare la pace, prendendo a modello la vita del Cristo e l’insegnamento espresso nel Vangelo, attraverso la propria “virtude”. La quale può essere una qualità morale ed anche intellettuale, ma è comunque una disposizione dell'animo che induce l'uomo a praticare e perseguire costantemente il bene anche oltre il personale interesse sia nella vita pubblica, che in quella privata. ”Sia la pace nella tua forza” apre all’unità con sé stesso (corpo-anima) e Dio attraverso l’intima connessione meditativa della preghiera per accogliere la pace, cioè l’armonia verso l’intera umanità. Dunque un atto di volontà che diventa virtù di amare, di praticare nel qui ed ora
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900382929
- NUMERO D'INVENTARIO 6670
- ENTE SCHEDATORE Museo regionale
- DATA DI COMPILAZIONE 2024
- ISCRIZIONI cornice, trabeazione - FIAT PAX IN VIRTUDE TUA - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0