La Cucitrice eterna (La Morte). Figura allegorica
dipinto,
Reina, Calcedonio (1842-1911)
1842-1911
Tela entro cornice coeva in legno dorato
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Catanese
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ATTRIBUZIONI
Reina, Calcedonio (1842-1911)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezione storico-artistica dell'Ente morale Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero
- LOCALIZZAZIONE Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero
- INDIRIZZO Via Biblioteca, 13, Catania (CT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera fa parte della collezione denominata "Biblioteca Museo Mario Rapisardi", in origine appartenente allo scrittore e poeta catanese (1844-1912), a sua volta parte integrante della "Collezione storico-artistica dell'Ente morale Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino" di Catania, istituzione allocata in un'ala nel complesso monumentale dell'ex monastero dei Benedettini di S. Nicolò l'Arena. Allestita in una sala apposita, che ricrea la stanza di studio della casa del poeta, la Biblioteca Museo Mario Rapisardi espone gli oggetti provenienti dalla sua abitazione di via Etnea 569. Nel 1911 infatti, pochi mesi prima della morte di Rapisardi, il Comitato Esecutivo della II Esposizione Agricola Siciliana - che si era svolta a Catania nel 1907 – acquista per 40.000 lire oggetti d'arte, manoscritti, pergamene, libri, autografi e arredamento delle stanze adibite a salotto, pinacoteca, biblioteca, studio e camera da letto. La stipula del contratto d'acquisto, stilato dal notaio Antonino Mirone Strano, ebbe luogo il 10 luglio 1911 con una cerimonia ufficiale presso la casa di Rapisardi di via Pietra dell'Ova, alla presenza del Sindaco e di rappresentanti della stampa locale, la quale dà ampio risalto all'avvenimento. Nel discorso pronunciato dal Sindaco per l'occasione, la delibera del Comitato di utilizzare per la spesa gli utili della sua gestione e la donazione di quanto acquistato al Comune di Catania, si qualificano come riconoscimento e omaggio da parte della Città alla fama raggiunta da Rapisardi. Libri, arredi e cimeli confluiscono successivamente nella Biblioteca Comunale, a sua volta costituitasi in Ente morale nel 1931 con l'attuale denominazione, a seguito del lascito della ricca biblioteca e dei dipinti del barone Antonio Ursino Recupero (1925); oggetti d'arte e cimeli Rapisardi risultano registrati ai nn. 787-881 dell'Inventario generale dei mobili del 1938. D'indubbia importanza culturale, la collezione espone cimeli e oggetti d'uso, album di fotografie e cartoline, ma soprattutto opere d’arte quasi del tutto inedite, tra cui prevalgono i ritratti, dipinti e scolpiti, sia del poeta sia di familiari e amici. La dimensione privata della raccolta testimonia i rapporti di Rapisardi con gli artisti catanesi suoi contemporanei, molti dei quali frequentavano il cenacolo culturale che egli riuniva nella sua casa. Alcuni oggetti facenti parte dell'acquisizione Rapisardi non sono stati rinvenuti e, inoltre, suppellettili quali tendaggi, una pelle di leopardo e il singolare reperto costituito dalle ossa di un braccio con mano, nell'inventario sono dichiarate inesistenti in data non recente; la piccola caricatura di Mario Rapisardi, realizzata da A. Mancini (inv. 866), da una nota risulta invece trafugata nel 1977. Su proposta della Soprintendenza di Catania, che ha condotto la verifica d'interesse culturale ex art. 12 D.Lgs. 42/2004, l'Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana ha riconosciuto l'importanza della Biblioteca Museo quale parte della “Collezione storico artistica dell'Ente morale Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero”, emanando il vincolo con D.D.S. n. 121 del 24 gennaio 2014. Il dipinto è opera del pittore Calcedonio Reina, che come tanti artisti catanesi suoi coetanei fu allievo a Napoli di Domenico Morelli. Figlio dello stimato chirurgo Euplio Reina, ebbe con Mario Rapisardi una lunga e profonda amicizia, iniziata in giovane età e mai interrotta. Partecipò all'organizzazione dell'Esposizione Agricola Siciliana svoltasi nel 1907 a Catania, e fece parte della commissione di selezione delle opere da esporre nella sezione relativa alle Belle Arti e Fotografia. Egli stesso espose nove dipinti, tra cui La Cucitrice eterna, caratterizzati da una vena visionaria, a tratti macabra, nutrita da suggestioni simboliste. Questa cifra stilistica originale, sebbene non sempre apprezzata, è invece esaltata proprio da Mario Rapisardi, che nella prefazione all'autobiografia di Reina pubblicata postuma, spiega come i dipinti dell'amico siano il segno di una sensibilità e capacità di visione raffinate e per questo incomprensibili ai più. Scrive fra l'altro: "La sua pittura non è riproduzione della natura mortale: meglio che la vita riproduce la morte, simboleggia la forza misteriosa dell'essere, la nostalgica passione dell'Ideale, l'ossessione religiosa dell'infinito" (Reina, Giorni passati, 1912, p. 8). Nella raccolta figurano anche numerosi ritratti dipinti da Reina, compreso il ritratto di Rapisardi, alcuni firmati e spesso datati, altri attribuibili. Si tratta di opere in gran parte inedite e sconosciute agli studi, che ampliano il catalogo di questo artista e ne presentano un aspetto più intimo e colloquiale
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista pubblica/privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900382106
- NUMERO D'INVENTARIO 833
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania
- DATA DI COMPILAZIONE 2020
- ISCRIZIONI In basso a sinistra - C. Reina // 1898 - Reina, Calcedonio - a pennello - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0