Annunciazione. Annunciazione

dipinto post XVII - ante XVII

Annunciazione con in alto l'Eterno con bastone ad acquasantiera nella mano destra, mantello e veste nera e sei cherubini, ed in basso, l'angelo nunziante a destra e la Madonna a sinistra; completano la visione: la colomba dello Spirito Santo al centro in alto, ed in basso un vaso ad altopiede con gigli e rose

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 2630 mm
    Larghezza: 1820 mm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Barocco
  • LOCALIZZAZIONE oratorio di Santa Caterina d'Alessandria
  • INDIRIZZO via Monteleone, 16, Palermo (PA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera è databile intorno alla metà del sec. XVII e dopo la tragica morte del Novelli nel 1647 e può assegnarsi al decennio successivo allorché la committenza ricorreva alla scuola del grande pittore scomparso. La datazione proposta, fondata su dati stilistici, tiene conto soprattutto di tre opere: rispettivamente Agostino Gallo, Guido Di Stefano, ed AA.VV. del catalogo relativo alla Mostra del pittore monrealese tenutasi a Palermo nel 1990 (vedi Bibl.). La presenza dell'Eterno, ricorrente nell'Annunciazione di Piana degli Albanesi, (chiesa della SS.ma Annunziata) è assente nella tela di identico soggetto del museo Diocesano di Palermo e nell'Annunciazione già a villa Niscemi, ora dispersa, appare di fattura più alta insieme al nostro angelo nunziante e probabilmente di mano diversa dalle figure appiattite della Madonna e di alcuni cherubini, particolari quest'ultimi di qualità più modesta. Il volto dell'Eterno pare accostarsi al volto, in alto, dell'Annunciazione già ricordata di Piana degli Albanesi. Da notare i volti paffuti dei cherubini al centro, e ricorrenti con insistenza nei dipinti del Novelli. Un particolare significativo che troviamo anche nell'Annunciazione di Piana degli Albanesi è l'accopppiamento nel vaso in basso tra l'Angelo e Maria, di gigli (simbolo della purezza) e di rose da campo (simbolo di rinnovamento primaverile). Il dipinto presenta nettamente due mani una pittura più accurata e valida delinea il volto dell'Eterno e l'Angelo per l'intensa plasticità e l'evidenza dei panneggi, a differenza delle forme piatte nella resa della Madonna e dei cherubini in alto a sinistra. Da notare (forse una terza mano) nei cherubini in alto verso destra, uno dei quali reso plasticamente regge una cortina blu cupo, sollevata ed appena accennata. L'opera appare realizzata da due o forse tre pittori diversi, certamente di formazione novellesca, ma non identificabili né in Rosalia Novelli, né in Giacomo Lo Verde, i due discepoli più vicini al maestro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900264826
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Centro Regionale per l'Inventario e la Catalogazione
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo
  • DATA DI COMPILAZIONE 2003
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post XVII - ante XVII

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE