Fiorita. busto di donna

scultura,

Busto di donna in gesso. Il volto dallo sguardo sereno, è eseguito leggermente in torsione verso destra, i capelli ondulati sono acconciati in un semi raccolto lasciando delle ciocche scendere leggere sulla fronte. Il panneggio dell’abito a monospalla contribuisce a dare il senso del movimento, adorna il décolleté una collana di perle. Nell’opera Jerace ha saputo coniugare la bellezza pura della scultura classica con un delicato senso del vero

  • OGGETTO scultura
  • ATTRIBUZIONI Jerace Francesco (1854/ 1937): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE MARCA - Museo delle Arti di Catanzaro
  • LOCALIZZAZIONE MARCA - Museo delle Arti di Catanzaro
  • INDIRIZZO Via Alessandro Turco, 63, Catanzaro (CZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Opera di Francesco Jerace (Polistena 1854- 1937 Napoli), tra le personalità più importanti del panorama artistico tra Ottocento e Novecento. Giunto in giovane età a Napoli, nel 1869 si iscrive al Real Istituto di Belle Arti, facendosi notare già due anni dopo alla mostra della Società Promotrice di Belle Arti di Napoli con due opere che riscossero ammirazione tra gli artisti. Suoi maestri furono Tito Angelini e Tommaso Solari, e fu amico di Gabriele Smargiassi, Filippo Palizzi e Domenico Morelli. Amico di F. S. Altamura entrò nel cenacolo di E. Dalbono a Mergellina dove frequentò anche il calabrese A. Cefaly. Stanislao Lista lo indirizzò allo studio senza deroghe del vero, il suo successo fu quello di produrre un nuovo linguaggio che cercava un equilibro tra il realismo moderno e il bello ideale classico. La fiorita fa parte della serie di “busti di donna ideali” (inaugurati dalla Victa), secondo la definizione data dallo stesso Jerace, che decise di connotare queste opere di idee e sentimenti derivanti dalla religione, filosofia, dalla morale, dalla storia contemporanea, dalla mitologia. Si tratta dello studio in gesso per la scultura conservata al Museo Filangeri di Napoli. In un momento storico nel quale dilagavano varie forme di adesione al realismo, con quest’opera lo scultore realizzava un recupero dell’ideale classico riuscendo a trovare un perfetto equilibrio tra il bello e il vero. L’opera inaugurava un nuovo tipo di bellezza al contempo sensuale e idealizzata. Fu esposta alla Mostra di Palermo del 1891
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800178018
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Catanzaro e Crotone
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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