Cornice di trabeazione ionica con motivi decorativi a ovoli, lancette e dentelli. Motivi decorativi a ovoli, lancette e dentelli

cornice a impostazione architettonica post 31 a.C - ante 14 a.C

La cornice di trabeazione frammentaria è composta da 2 parti: la prima consiste in 4 elementi separati ricomposti in perfetta contiguità, la seconda è un elemento a sé stante, ma appartenente alla trabeazione stessa. Tutti i pezzi formano una cornice ionica decorata, i cui elementi presentano la medesima decorazione plastica. La prima parte conserva in tutto 23 dentelli e il kyma ionico, che è formato da ovoli arrotondati intervallati da lancette. Anche l’elemento singolo conserva 6 dentelli e il kyma ionico con 4 ovoli arrotondati tra lancette. ll primo frammento esterno a sinistra reca un assottigliamento ad andamento obliquo per l’intero spessore, da che si evince la volontà di sottolineare un’articolazione architettonica sottostante, forse una nicchia, e rimanda ad un gusto coloristico tipico dell’architettura ellenistica microasiatica o rodia. È di certo una cornice appartenente ad un edificio pubblico e, considerando le dimensioni, potrebbe trattarsi di un tempietto, forse un tetrastilo o di una fontana monumentale

  • OGGETTO cornice a impostazione architettonica
  • MATERIA E TECNICA calcarenite/ scultura
  • MISURE Altezza: 26 cm
    Larghezza: 25 cm
    : 180 cm
    : 41 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Calabrese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Lapidario
  • LOCALIZZAZIONE San Francesco d'Assisi
  • INDIRIZZO Via Grotte, 4, Cosenza (CS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La cornice di trabeazione con relativi elementi si trova all’interno della sala espositiva del Lapidario nel complesso di San Francesco d’Assisi a Cosenza. Qui sono raccolti alcuni elementi architettonici ascrivibili cronologicamente all’età augustea e flavia. Si tratta di sei frammenti di cornice, cinque dei quali appartenenti al medesimo apparato decorativo e di un frammento di elemento architettonico al momento non meglio individuabile. Questi elementi vengono ad arricchire il quadro della scultura della prima metà età imperiale in Calabria, finora poco consistente, ma che doveva essere non di poco conto, considerati i legami personali di Marco Agrippa con Vibo e altre città della regione al tempo della guerra contro Sesto Pompeo e dello stesso Augusto con Copia-Thurii. La provenienza di questi elementi architettonici è incerta e non è stato possibile reperire documenti di archivio. Da notizie raccolte oralmente sembrerebbe che questi materiali provengano da un vecchio deposito di reperti recuperati nell’Accademia Cosentina in varie occasioni nell’area di Cosenza e poi trasferiti nel complesso monumentale di S. Francesco d’Assisi. Pur non potendo risalire all’originaria collocazione di tali elementi, si può affermare che facessero parte di un contesto unitario o per cronologia e tipologia costruttiva. Il materiale è un calcare bianco compatto molto fine che per i Romani equivaleva ad un marmo pregiato, soprattutto nella prima età cesariana, quando si diffuse l’uso del marmo in Italia grazie all’aperura della cave di Carrara. Tale materiale doveva provenire da una cava su un’altura nel comune di Dipignano. Negli edifici romani di Cosenza, colonia romana di età augustea, l’uso del marmo bianco e pregiato è molto contenuto, il che sembra indicare un utilizzo prolungato del materiale fine locale nel secolo I d. C
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/ecclesiastica
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800166962
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone
  • DATA DI COMPILAZIONE 2020
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE