Elemento architettonico frammentario decorato con dentelli e ovoli, dardi e kyma ionico. Motivi decorativi a dentelli e ovoli, dardi e kyma ionico
Il frammento di elemento architettonico d’angolo è di ispirazione rodia o microasiatica e ha il lato breve bombato. Tale gusto ellenistico potrebbe indicare un intervento da parte di artigiani greci. Il frammento presenta il kyma ionico, che conserva 3 ovoli con sgusci nettamente staccati dagli ovuli stessi, intervallati da dardi; al di sotto sono 8 dentelli di cui uno mutilo, di dimensioni ridotte. L’elemento architettonico sembra in corso di lavorazione, perché in basso è visibile una parte non finita e lisciata con tracce evidenti di un intenso lavoro di scalpellatura. I dentelli sono piuttosto irregolari e di dimensioni più ridotte del normale, il che fa supporre che anch’essi fossero da finire. Visto che negli scavi della Biblioteca Nazionale di Cosenza e di Piazza Toscano vi sono evidenze residue di un terremoto di età flavia con estensioni sulla costa tirrenica cosentina, dove la colonia di Blanda Iulia (Tortora) fu distrutta, fu rasa al suolo, si può ipotizzare che l’elemento architettonico fosse ancora in lavorazione al momento del sisma, il che corrisponde alla sua cronologia fornita dalla presenza delle lancette tra gli ovoli, che si diffusero a partire da tale età, e dal forte gusto coloristico tipico dell’età flavia
- OGGETTO Elemento architettonico
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MATERIA E TECNICA
calcarenite/ scultura
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MISURE
Profondità: 20 cm
Altezza: 38 cm
Larghezza: 59 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Calabrese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Lapidario
- LOCALIZZAZIONE San Francesco d'Assisi
- INDIRIZZO Via Grotte, 4, Cosenza (CS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il frammento di elemento architettonico d’angolo si trova all’interno della sala espositiva del Lapidario nel complesso di San Francesco d’Assisi a Cosenza. Qui sono raccolti alcuni elementi architettonici ascrivibili cronologicamente all’età augustea e flavia. Si tratta di sei frammenti di cornice, cinque dei quali appartenenti al medesimo apparato decorativo e di un frammento di elemento architettonico al momento non meglio individuabile. Questi elementi vengono ad arricchire il quadro della scultura della prima metà età imperiale in Calabria, finora poco consistente, ma che doveva essere non di poco conto, considerati i legami personali di Marco Agrippa con Vibo e altre città della regione al tempo della guerra contro Sesto Pompeo e dello stesso Augusto con Copia-Thurii. La provenienza di questi elementi architettonici è incerta e non è stato possibile reperire documenti di archivio. Da notizie raccolte oralmente sembrerebbe che questi materiali provengano da un vecchio deposito di reperti recuperati nell’Accademia Cosentina in varie occasioni nell’area di Cosenza e poi trasferiti nel complesso monumentale di S. Francesco d’Assisi. Pur non potendo risalire all’originaria collocazione di tali elementi, si può affermare che facessero parte di un contesto unitario o per cronologia e tipologia costruttiva. Il materiale è un calcare bianco compatto molto fine che per i Romani equivaleva ad un marmo pregiato, soprattutto nella prima età cesariana, quando si diffuse l’uso del marmo in Italia grazie all’aperura della cave di Carrara. Tale materiale doveva provenire da una cava su un’altura nel comune di Dipignano. Negli edifici romani di Cosenza, colonia romana di età augustea, l’uso del marmo bianco e pregiato è molto contenuto, il che sembra indicare un utilizzo prolungato del materiale fine locale nel secolo I d. C
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista pubblica/ecclesiastica
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800166959
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone
- DATA DI COMPILAZIONE 2020
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0