Frammento di piedritto con motivi decorativi fitomorfi e antropomorfi. Motivi decorativi fitomorfi e antropomorfi
piedritto,
post 1541 - ante 1610
Macchia (della) Tommaso (attribuito)
1533-1558
Bendini, Bartolomeo (attribuito)
1546-1588
Scala (della), Bartolomeo (attribuito)
1545-1546
Il frammento di piedritto o di stipite è forse pertinente ad un portale del complesso monumentale di San Francesco d’Assisi in Cosenza in cui è conservato. Esso è decorato su due lati con motivi fitomorfi e antropomorfi: tralci e foglie che si intrecciano e terminano con teste animali, come serpenti. A causa dell’erosione superficiale non è possibile una lettura accurata dell’opera, ma è probabile che appartenga al medesimo gruppo scultoreo di altri pezzi presenti nel chiostro, per affinità decorative e litiche. Sono presenti tracce di intonaco di finitura
- OGGETTO piedritto
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MATERIA E TECNICA
calcarenite/ scultura
- AMBITO CULTURALE Ambito Toscano
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ATTRIBUZIONI
Macchia (della) Tommaso (attribuito): SCALPELLINO
Bendini, Bartolomeo (attribuito): scultore
Scala (della), Bartolomeo (attribuito)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Lapidario
- LOCALIZZAZIONE San Francesco d'Assisi
- INDIRIZZO Via Grotte, 4, Cosenza (CS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il frammento di piedritto o di stipite fa parte di un insieme di frammenti in calcarenite che si trova sin dal secolo scorso in alcuni ambienti attigui al chiostro del complesso monumentale di San Francesco d’Assisi a Cosenza. Tra i vari pezzi qui custoditi è possibile individuare diversi gruppi omogenei di frammenti in pietra locale a partire da loro peculiari caratteri esornativi. Essi sono quasi certamente provenienti da distinti contesti architettonico-decorativi, forse pertinenti a portali, altari o a cappelle gentilizie. Non vi era infatti grande differenza tra la concezione architettonica e decorativa di un portale, di un altare o di un arco di accesso ad una cappella gentilizia, in quanto la diversità era talvolta solo dimensionale. Il frammento di piedritto o di stipite fa parte di un primo gruppo che è composto da materiali lapidei databili alla seconda metà del XVI secolo in virtù della qualità scultorea dei motivi decorativi ancora aderenti a repertori cinquecenteschi. Il sofisticato sviluppo delle grottesche compie un’elaborazione architettonica e decorativa coerente a motivi classici come accade, ad esempio, nel portale maggiore della chiesa di Pietrafitta del 1542. Questo genere esornativo potrebbe attribuirsi all’attività di scalpellini toscani documentati in area cosentina, tra cui Tommaso della Macchia, attestato nel 1533 per la realizzazione di un polittico per la chiesa domenicana di Serra Pedace e documentato in zona tra sino al 1558 anche per l’esecuzione di opere lignee; ma dobbiamo ricordare anche Bartolomeo della Scala e Bartolomeo Bendini impegnati nella realizzazione del portale di Palazzo Arnone nel 1546
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista pubblica/ecclesiastica
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800166928
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone
- DATA DI COMPILAZIONE 2020
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0