Il soggetto del dipinto è San Francesco Saverio, la scena ambientata in uno spazio aperto, è centrata sull’immagine del gesuita raffigurato sopra una roccia, con indosso una cotta bianca riccamente ricamata sopra l’abito talare nero; ha i capelli scuri e una corta barba nera. Nella mano sinistra regge un crocifisso, noto attributo iconografico derivato dalla leggenda secondo la quale, per placare il mare in burrasca su cui veleggiava la sua imbarcazione, egli mise in acqua il prezioso oggetto; cadutogli di mano a causa delle onde violente, ed esso gli venne restituito da un granchio, una volta approdato incolume sull’isola di Ceram. Sebbene lo stato di conservazione del dipinto, bisognoso di restauro, non permetta di leggere i singoli dettagli specialmente nella parte inferiore, è probabile che ai piedi di Francesco Saverio poteva essere raffigurato un granchio, anche perché alla sua destra compare un’ imbarcazione che ricondurrebbe alla leggenda di cui sopra. Con l’indice della mano destra invece, indica in alto due angeli posti in maniera simmetrica che reggono un cartiglio con la scritta “Dio li aspetta in cielo”. Alla sua sinistra un gruppo di indigeni che compaiono quasi sempre nell’iconografia di questo santo a ricordo della sua lunga missione in India. L’autore del dipinto, realizzato intorno alla seconda metà del XIX, potrebbe essere Gaetano Bellizzi pittore originario di Napoli trasferitosi a Cosenza dove operò nella chiesa di S. Domenico e in altre chiese nei dintorni di Cosenza. La particolarità di questo dipinto, però, è che potrebbe essere stato realizzato in collaborazione con la figlia Giulia presente nella stessa chiesa e in quella di Santa Maria delle Grazie, (sempre di Donnici Inferiore) per la sopraggiunta cecità dell’artista come è più ampiamente riportato nella sua biografia. La mano di Giulia è riconoscibile per gli angeli reggi cartiglio simili agli angeli reggi corona realizzati sulla pala d’altare nella chiesa di Santa Maria delle Grazie