Bruto condanna i suoi figli. Bruto condanna i suoi figli

dipinto, 1863 - 1863

Poderosa rappresentazione dell'episodio storico in cui Bruto condanna a morte i suoi figli. La scena pare svilupparsi intorno alla colonna, che posta quasi al centro del dipinto, delinea spazialmente e idealmente l'evento trattato. Ai piedi della colonna sono infatti raffigurati i figli di Bruto, attorniati da una folla di persone e soldati in varie pose, nel momento in cui viene emessa la sentenza da parte del padre, raffigurato in piedi con piglio severo e con la mano destra rivolta verso i congiurati. Alla pacata rassegnazione dei giovani fa da contrapposto sia la severità del gesto del genitore, che la disperazione delle donNe, ai piedi di Bruto, intente a chiedere clemenza

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
    legno/ doratura/ intaglio
  • MISURE Altezza: 235 cm
    Larghezza: 315 cm
  • ATTRIBUZIONI Cefaly Andrea (1827/ 1907): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE MARCA – Museo delle arti Catanzaro
  • LOCALIZZAZIONE MARCA – Museo delle arti Catanzaro
  • INDIRIZZO Via Alessandro Turco, 63, Catanzaro (CZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Destinata in origine al Palazzo di Giustizia, l'opera fu donata dall'artista all'Amministrazione Provinciale di Catanzaro. Il quadro fu premiato con una medaglia d’oro della Deputazione Provinciale e con una somma in denaro che Cefaly decise di devolvere a favore degli studenti della sua scuola. L'opera eseguita dal Cefaly é una trasposizione degli ideali civili perseguiti dal pittore. Evidente nella rappresentazione sono i richiami alla pittura napoletana seicentesca e in particolare alle opere di Luca Giordano e Mattia Preti, sviluppando, tuttavia un uso del colore, che senza arrivare agli esiti tenebrosi di Preti, interagendo con la luce che proviene dall'alto, crea forti contrasti luminosi con le masse più scure. Andrea Cefaly (Cortale 1827-1907) é una delle figure più interessanti della pittura calabrese della seconda metà dell’Ottocento, e una tra le personalità più originali dell’arte napoletana del periodo, anche per i suoi coinvolgimenti politici e sociali. A Napoli frequenta le lezioni letterarie di Francesco De Sanctis e Cesare Malpica, e infine segue la propensione per l’arte scrivendosi nel 1842 all’Istituto di Belle Arti, seguendo le lezioni di Giuseppe Bonolis, Filippo Marsigli e Giuseppe Mancinelli, fervidi rappresentanti di una tendenza che avversando ogni forma di classicismo accademico rinnovò presto la pittura napoletana. Cefaly è affascinato dalla libera scuola di pittura di Giuseppe Bonolis, uno dei primi avamposti artistici delle declinazioni del pensiero di Francesco De Sanctis, e dalla riforma naturalistica di Filippo Palizzi e del fratello Giuseppe. Mentre nel 1854 fu allievo di G. Mancinelli insieme a A. Martelli, A. Migliaccio, F. Sagliano, iniziando un periodo di intensa ricerca volto a dar vita ad una nuova pittura antiaccademica, e alla realizzazione di un nuovo senso di realismo e verismo dell’arte
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800105686
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Catanzaro e Crotone
  • DATA DI COMPILAZIONE 1994
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2022
  • ISCRIZIONI in basso a destra sul primo gradino di pietra - A. CEFALY 1863 - Andrea Cefaly - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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