reliquiario antropomorfo - a braccio, opera isolata - bottega napoletana (fine, metà sec. XVII, sec. XVIII)

reliquiario antropomorfo a braccio, 1690 - 1699

Base triangolare su piedi a volute e testine di putti alati. Un primo segmento della base ha profilo convesso a foglie di acanto rovesciate, raccordato al resto della base da modanatura liscia. Parte centrale a parallelepipedo esagonale a lastre concave di cui quella centrale contenente stemma nobiliare, le altre decorate a volute e foglie. Zona superiore a baccellature, alveolo di innesto a balaustra con foglie. Braccio ad innesto cupoliforme, manica decorata a fiori e foglie, oculo apribile incorniciato da volute, preceduto da stemma vescovile. Finto merletto e polsino terminali. Mano e testine dei putti sono realizzate per fusione, mentre tutto il resto è lavorato a sbalzo e cesello; tracce di doratura si scorgono sulla mano e sull'incorniciatura dell'oculo attraverso il quale è ancora possibile vedere una reliquia

  • OGGETTO reliquiario antropomorfo a braccio
  • MATERIA E TECNICA argento/ fusione/ sbalzo/ cesellatura/ doratura
  • MISURE Altezza: 62 cm
  • AMBITO CULTURALE Bottega Napoletana
  • LOCALIZZAZIONE Museo Diocesano di arte sacra
  • INDIRIZZO Piazza Campo, Santa Severina (KR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il primo bollo è il bollo camerale prescritto dalla prammatica LVII "De Monetis", emanata il 19 agosto 1690 dal viceré conte di S. Estevan, e, precisamente, tale bollo, sebbene la data appaia lacunosa, è riconoscibile come quello in uso negli anni 1694 - 95; infatti, nel 1696 cambia il tipo di corona e nel 1700 per la data saranno espresse le ultime tre cifre del millesimo. Il secondo bollo è quello di un console dell'arte, Giuseppe Califano, in carica nel 1695. Entrambi questi punzoni sono stati impressi sul basamento, che, per i dati sopra esposti, è databile al 1695 ed appare distaccarsi dal punto di vista stilistico, per maggior compostezza, dalla parte superiore, la cui ornamentazione è più ricca ed ostentata. Essa, del resto, presenta uno stemma vescovile riferibile a Mons. Nicola Carmine Falcone, vescovo di S. Severina dal 1743 al 1759, ed è dunque più tarda di 50 - 60 anni rispetto al basamento che, in una delle lastre concave, mostra anche un blasone dal quale non è stato possibile risalire al casato cui appartiene
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800023506
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • STEMMI basamento - vescovile - Stemma - Vescovo Nicola Carmine Falcone - diviso verticalmente a metà, con tre croci e un cancello
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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