San Francesco di Paola

statua, post 1519 - ante 1580

Il Santo è raffigurato in piedi, con il volto lievemente inclinato dal lat o in cui stringe il bastone (quello originario è andato perduto). Indossa il saio bruno con pazienza, cappuccio e cordone a tre nodi. Al cordone è l egata, alla sua destra, la corona del rosario e a sinistra una piccola bis accia. Sul petto è dipinto un sole raggiato, con all'interno il motto CHS, con croce sulla H. Zoccoli ai piedi. Base quadrangolare in legno dipinto, con decorazioni floreali

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Italia Meridionale
  • LOCALIZZAZIONE Castelluccio Superiore (PZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli agiografi della vita di S. Francesco di Paola (Paola, 1416 - Tours, 15 07) ricordano che, nel 1483, il Santo, proveniente da Rotonda e diretto a Napoli, compì uno dei suoi miracoli a Castelluccio Inferiore (separata da Castelluccio Superiore nel 1648). Il Santo chiese un sorso di vino ad una donna che si scusò, dispiaciuta, di avere la botte vuota. Dinanzi alle ins istenze del Santo, la donna non potè che ubbidire ed andò a controllare la sua piccola botte. Con grande meraviglia, trovò la botte piena e nel paes e si gridò al miracolo (cfr. Arcieri G., 1853, vol. V, p. 80). La statua d i Castelluccio Superiore potrebbe essere una delle prime raffigurazioni sc ultoree di S. Francesco di Paola in Basilicata, realizzata, in segno di de vozione, probabilmente per commemorare il suo passaggio nel paese. Purtrop po, il suo aspetto originario è falsato dalle pesanti ridipinture che la c oprono e che le conferiscono un tono massiccio ed un colore lucido. Ad una prima osservazione visiva, la statua sembra realizzata in legno di pioppo e, al di sotto delle ridipinture, è possibile scorgere tracce di colore r osso-arancio, in particolare sul naso, in corrispondenza dell'attacco dell e orecchie, sulle dita (probabilmente si tratta di pigmenti aggiunti allo strato di preparazione). Premesso che una lettura più attenta e approfondi ta, dal punto di vista tecnico e stilistico, sarà possibile solo dopo un a uspicabile intervento di restauro, nel complesso si può notare come l'impi anto della statua appaia bloccato e carico di reminiscenze arcaiche. La fe rmezza e la massività dell'impostazione compositiva è appena contrastata d a una lieve flessione della gamba sinistra e dall'inclinazione del volto s ulla destra. La fissità dell'espressione del volto, il modellato piatto di busto e braccia, la resa corposa delle mani, nonchè l'intaglio grossolano del cordone e dei grani del rosario, sono solo parzialmente alleggeriti d alla cadenza tardogotica del panneggio del saio. E' probabile che la statu a sia opera di un intagliatore locale del XVI secolo, rimasto ancorato a m odelli quattrocenteschi. Verosimilmente, è databile in un arco cronologico che va da dopo il 1519, anno della canonizzazione del Santo, a non oltre l'ultimo ventennio del Cinquecento, quando, dopo il Concilio di Trento, ne tto e radicale diviene il cambiamento nella sua iconografia (cfr. Mons. To rtorelli A., 2007, pp. 79-147; Barbieri G./ Cordaro M./ Scarpino S., 1982, pp. 145-250). L'ignoto artista sembra, infatti, ispirarsi al primo riferi mento iconografico di S. Francesco di Paola, ovvero al ritratto eseguito, subito dopo la sua morte, dal pittore francese J. Bourdichon, del quale fu rono fatte numerose copie ed incisioni: il Santo è raffigurato coperto da un lungo saio marrone, col cappuccio arrotondato sul capo, la stessa posiz ione del bastone (leggermente all'infuori e inclinato verso la spalla dest ra) e la stessa impugnatura delle mani (la mano destra del Santo più alta della sinistra). Ai piedi calza dei caratteristici zoccoli in legno, con u na larga striscia al centro. I tratti somatici sono fortemente caratterizz ati: la fronte ampia, il naso lungo, gli zigomi prominenti, la barba di me dia lunghezza (normalmente bianca, ma qui dipinta dello stesso marrone del saio) con la caratteristica linea di mezzo. In più, nella statua di Caste lluccio Superiore si notano altri attributi: il motto charitas dipinto sul petto; un rosario a grani grossi appeso al lato destro del cordone; una p iccola bisaccia, appesa al lato opposto del cordone. Quest'ultimo attribut o, volto probabilmente ad enfatizzare l'aspetto del pellegrino, non è semp re presente nel Santo e compare per la prima volta in Calabria, nella tavo la di Montalto Uffugo, degli inizi del sec. XVI, dove manca, però, sia il rosario sia il motto charitas. Una delle prime opere in cui ritroviamo tut ti gli attributi proposti nella statua di Castelluccio Superiore è nel vic ino paese di Morano Calabro, in un dipinto della chiesa della Sanità, data to non oltre i primi decenni del Cinquecento, in cui il Santo è ritratto c on la stessa posizione del bastone e delle mani, con la bisaccia ed il ros ario (anche se in posizione invertita rispetto alla statua) ed il motto ch aritas (in alto a destra del Santo e non sul petto). Considerando che Cast elluccio Superiore apparteneva alla Diocesi calabrese di Cassano allo Joni o e che proprio a Morano la lavorazione del legno era particolarmente diff usa, è probabile che l'autore della statua gravitasse intorno a questa zon a della Calabria e che conoscesse i dipinti calabresi, oltre che le numero se incisioni del ritratto francese che già veicolavano nel Cinquecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700167157
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ISCRIZIONI sul petto, in un sole raggiato - CH(ARITA)S - lettere capitali - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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