Madonna con Bambino
statua,
Personaggi: Madonna con Bambino. Oggetti: corone; globo; trono
- OGGETTO statua
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MATERIA E TECNICA
tessuto
- AMBITO CULTURALE Bottega Italia Meridionale
- LOCALIZZAZIONE Calvello (PZ)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La statua lignea segue un'iconografia più arcaica. Lo scultore sembra, infatti, ispirarsi a modelli certamente più antichi, probabilmente dei secoli XIII e XIV, nella scelta di rappresentare la Vergine, seduta in trono, col Bimbo poggiato su una gamba; quest'ultimo regge il globo nella mano sinistra. Questo elemento induce a pensare che ci si trovi di fronte ad uno scultore locale che, per rispondere ad esigenze devozionali, elabora un'iconografia tradizionale. Anche il modo di realizzare il panneggio delle vesti (poco realistico, soprattutto per la tunica della Vergine) conferma la formazione "locale" dell'intagliatore attivo a Calvello. Devo sottolineare come una certa naturalezza nelle espressioni dei volti, tanto della Madonna, quanto del Bimbo, riflettano l'attenzione al vero, ad una migliore resa anatomica, frequente in prodotti rinascimentali. D'altra parte, l'opera è stata recentemente datata alla prima metà del sec. XVI ed attribuita ad un maestro che realizza, per esempio, una Madonna con Bambino nella chiesa di S. Donato a Vaglio (Naldi-Speranza, in Scultura lignea in Basilicata, 2004,p. 55, p. 61, nota 66, e p. 332). Quest'ultima scultura è ritenuta tipologicamente affine alla Madonna con Bambino in trono della chiesa di S. Lucia ad Anzi, opera che Gelao ricollega a prodotti abruzzesi e marchigiani della prima metà del sec. XVI, ma che, prima da Bianco, e poi da Speranza, è stata messa in relazione con coevi prodotti napoletani (Naldi-Speranza, in Scultura lignea in Basilicata, 2004,p. 55; Speranza, scheda 49, in Scultura lignea in Basilicata, 2004,p. 220; Bianco, in Tardogotico e Rinascimento in Basilicata, 2002, p. 318): questo riferimento è interessante per sottolineare la complessità degli imput culturali da cui trae, a mio avviso indirettamente, le mosse lo scultore di questa statua; d'altra parte, Anzi è un paese poco distante da Calvello! Convince, comunque, l'orientamento napoletano, dovendo sottolineare come la Campania fosse certamente aggiornata all'esperienze artistiche dell'Italia centrale e fungesse da ponte per la propagazione capillare di queste nel Meridione: se ne trovano tracce in molti artisti, tra cui, per esempio, Stefano Sparano da Caiazzo (autore del trittico della chiesa di S. Nicola a Calvello; Cucciniello, in Tardogotico e Rinascimento in Basilicata, 2002, p. 236). Devo, infine, notare come la Vergine sia avvolta da un mantello di stoffa, su cui è poggiata una corona, che dovrebbero essere un'aggiunta più tarda, forse settecentesca. Silvestrini nota, infatti, che "in area italiana, il periodo di massima diffusione dei manichini delle "Madonne da vestire" è stato il Settecento", anche se questa moda continua nei secoli seguenti (Silvestrini E., in Visibile Latente, 2004, p. 79)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700135961
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
- DATA DI COMPILAZIONE 2005
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0