Cristo crocifisso

crocifisso, ca 1675 - ca 1699

Personaggi: Cristo crocifisso

  • OGGETTO crocifisso
  • MATERIA E TECNICA legno/ pittura
  • LOCALIZZAZIONE Calvello (PZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Crocifisso attualmente si trova sul terzo altare della navata destra, dico attualmente poichè stilisticamente ritengo l'opera più antica dell'altare. Infatti, ciò che colpisce di questo Crocifisso è l'estrema attenzione, posta dallo scultore, verso l'anatomia del corpo di Cristo; egli rappresenta un corpo morto (si osservi con quanta cura sono resi il costato, le braccia, i piedi, evidenziando i nervi, le vene), elemento questo in accordo con la poetica francescana, volta a sottolineare la passione di Cristo. Il volto del Redentore è emaciato, sofferente; l'opera è pervasa da una forte tensione. Proprio questi elementi inducono a ritenere questa un'opera seicentesca, probabilmente della seconda metà del secolo, dovendo notare come, già Padre Damiano Neri, studioso che non parla del Crocifisso ligneo di Calvello, ma di quello di Forenza (opera che attribuisce a frate Angelo da Pietrafitta), avesse notato il ritardo dell'entusiasmo verso la Passione di Cristo tra i francescani della Basilicata, rispetto a quanto verificatosi in Sicilia e Calabria (Neri, 1952, p. 163). Proprio nella seconda metà del sec. XVII, si attesta la diffusione di croci dal pathos marcato; come asserito da Grelle, che riprende studi precedenti, si diffonde una tipologia, tipicamente conventuale, in legno e commesso di madreperla (Grelle, 2001, p. 331), materiale quest'ultimo non presente a Calvello, dove il Crocifisso sembra richiamare maggiormente le figure di Cristo in croce della pittura seicentesca. A mio avviso, l'attività del Pietrafesa dovette condizionare la maggior parte degli artisti locali, pittori ed anche scultori. Si confronti il volto del Cristo di Calvello con quello dipinto nella Crocifissione di Balvano (comune non molto distante da Calvello), opera del Pietrafesa del 1649 (Saccone, 1993, pp. 80-81): lo scultore, pur mostrando imperfezioni nella resa di alcuni particolari (si osservi come è reso il costato), respira delle trasformazioni artistiche, che da Napoli, anche attraverso il Pietrafesa, giungono in Basilicata, soprattutto nella ricerca di una forte espressività, elemento questo caro ai francescani (il confronto con il dipinto del Pietrafesa serve solo a confermare l'orientamento dello scultore). Inoltre, in ambito francescano, i Crocifissi di Fr. Angelo da Pietrafitta dovettero certamente fare scuola: a conferma della datazione proposta e di questa "dipendenza", posson essere effettuati ulteriori confronti, soprattutto nel trattamento plastico del corpo, tra il Crocifisso di Calvello e quello presente nella chiesa di S. Maria delle Grazie ad Altamura, attribuito a Fr. Angelo da Pietrafitta del 1698 ca. (Benigno F. Perrone, 1982, III, fig. 59) o anche con quello presente nella chiesa di S. Antonio da Padova a Gioia del Colle (Benigno F. Perrone, 1982, III, fig. 106)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700135448
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI su un cartiglio, sulla croce - I(ESUS) N(AZARENUS) R(EX) I(UDEORUM) - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ca 1675 - ca 1699

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ITINERARI