parato - manifattura napoletana (secondo quarto sec. XIX)

parato, post 1825 - ante 1849

Il parato, composto da pianeta, piviale, velo da calice, stola, manipolo e stolone, è realizzato in gros di seta nera con ricami, eseguiti con applicazione di fili lanciati, fermati da punti sparsi o in diagonale, in oro (filato, lamellare, ritorto). Sulla pianeta, sulla stola, sullo stolone e sullo scudo del piviale, sono sparsi mazzetti di fiori di due tipi, spesso legati da fiocchi e volti ora a destra, ora a sinistra. Intorno alla pianeta e al velo, sulla parte superiore dello scudo del piviale e in tre punti dello stolone, corre un tralcio ondulato continuo arricchito da fiorellini, fiori e ghiande. Galloni di oro filato e lamellare, uno ricamato con rombi alternati a fiorellini, uno decorato a zig-zag e uno liscio. Fodere, cucite a mano, di cotone nero, al piviale di gros nero. Allo stolone, allo scudo, alla stola e al manipolo, è applicata la frangia con gonna sfilata di cordonetto d'oro. Lo scudo è cimato dalla croce patriarcale e dal cappello vescovile con tre ordini di nappe (1.2.3.) Stemma partito semitroncato a sinistra con a destra croce di Lorena attraversata dall'iscrizione PAX su monte a tre cime e leone passante sormontato da torre fra due cipressi a sinistra

  • OGGETTO parato
  • MATERIA E TECNICA seta/ gros de Tours/ ricamo
  • LOCALIZZAZIONE Melfi (PZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il parato è ornato dai tipici ricami che impreziosiscono i manufatti eseguiti nei primi decenni del XIX secolo. Le decorazioni floreali, ridotte dimensionalmente e semplificate nella struttura, sono disegnate con grazia e sparse sui paramenti con sobrietà ed armonia. Lo spessore degli ornati non è molto consistente, ma essi spiccano sul laminato fondo nero per il sapiente impiego dei materiali dorati usati nel ricamo. Il parato, come attesta lo stemma, venne donato alla Cattedrale di Melfi da Mons. Aloisio Bovio, nativo di Bitonto, appartenente all'Ordine Benedettino Cassinese. Questi nell'anno 1821 venne eletto Abate Ordinario di Monte Cassino e il 24 maggio 1829 fu prescelto per vescovo di Melfi e Rapolla. Fra le sue opere si ricorda la fondazione del Monte dei Pegni e dell'Orfanatrofio per ragazze. Rinnovò, inoltre, il coro del Duomo, fornì la sagrestia di nuovi armadi e arricchì il tesoro della Cattedrale di molti sacri arredi. Morì in Melfi il 6 dicembre 1847 e le sue spoglie furono collocate nel Duomo presso l'altare di Sant'Alessandro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700037477-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE L. 160/1988
  • DATA DI COMPILAZIONE 1983
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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