portale maggiore - bottega pugliese (sec. XIII)

portale maggiore, ca 1220 - ca 1233

ghiere esterne sorrette da coppia di colonne e di pilastri, scolpite con motivi a foglie d'acanto e a pigna; arco interno diviso in due fasce percorse da girali fogliacei a bassorilievo che ritornano in quel che resta della decorazione dell'architrave; lunetta centinata priva di decorazioni delimitata in basso da cornice aggettante su foglie ripiegate e protomi umane

  • OGGETTO portale maggiore
  • MATERIA E TECNICA pietra calcarea/ scultura
  • LOCALIZZAZIONE Matera (MT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La chiesa, denominata di Santa Maria delle Nove fino al 1695, anno in cui vi fu trasferita la parrocchia di San Giovanni dal Sasso Barisano, fu eretta a partire dal 1220 circa e finita verso il 1233, come si evince dalla documentazione edita dal Bertaux e ricordata dal Padula e da altri. La costruzione si deve alle monache penitenti di Santa Maria di Accon giunte a Matera con il vescovo Andrea, reduce da un viaggio in oriente, che concesse loro la chiesa, già benedettina, di Santa Maria la Nuova, rivelatasi in seguito troppo piccola per la nuova comunità. L'edificio venne danneggiato gravemente dal terremoto del 1456 e la minaccia dei turchi, sbarcati ad Otranto nel 1480, indusse le monache ad abbandonarlo. Dopo il trasferimento della parrocchia nel 1695, la chiesa fu restaurata: nel 1701 fu costruita la nuova sacrestia; poco dopo il 1709, essendo lesionate, vennero abbattute le tre cupole del transetto e contestualmente fu rinforzata la struttura con una serie di archeggiature che alterarono l'originaria architettura del fianco sinistro e dei portali; nel 1793 furono rifatte le volte della navata centrale e del transetto che da sesto acuto furono trasformate a vela. Il portale si presenta inquadrato dagli arconi aggiunti che ne alterano la primitiva struttura. Esso, come gli altri elementi plastico-decorativi della chiesa, risente della cultura romanica di tipo pugliese, diffusa nelle terre di Bari e di Lecce, oltre che nella Lucania orientale fino al XVII secolo costituiva parte integrante della Terra d'Otranto. Oltre che i modelli dei portali di San Nicola di Bari e della cattedrale di Bitonto, questo portale sembra guardare, nel suo schema decorativo, a quelli leccesi della chiesa dei Santi Nicolò e Cataldo, tanto che si è pensato che la fabbrica materana sia dovuta a maestranze della Terra d'Otranto, che qui portano anche quella loro peculiare maniera di incidere la pietra con intagli netti e profondi che, secondo il Toesca, deriverebbe dalla conoscenza degli stucchi musulmani. La Calò ritiene che San Giovanni, come la citata chiesa leccese e il Santo Sepolcro di Barletta, attesta la vitalità delle relazioni della Puglia con l'oriente latino. Prossimo a questo portale è quello dei Leoni del duomo di Matera, eretto poco dopo, probabilmente dalle stesse maestranze su iniziativa dello stesso vescovo Andrea verso il 1230-1233
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700034555
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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