Battaglia di Bedriaco: il figlio uccide il padre senza saperlo. Motivo decorativo a grottesche
piatto da parata
post 1920 - ante 1931
Rubboli Paolo (officina)
1838/ 1890
Piatto da parata in maiolica a lustro metallico
- OGGETTO piatto da parata
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MATERIA E TECNICA
ceramica/ a lustro metallico
- AMBITO CULTURALE Manifattura Gualdo Tadino
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ATTRIBUZIONI
Rubboli Paolo (officina)
- LOCALIZZAZIONE Conversano (BA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piatto da parata è realizzato in maiolica a "lustri metalli", antica tecnica decorativa di origine mediorientale giunta in Italia in modo non del tutto chiara verso la metà del Quattrocento ed impiegata soprattutto a Gubbio e Deruta. La tecnica del lustro prevede l'applicazione di sali metallici su oggetti già finiti, smaltati e cotti; vengono quindi cotti per una terza volta, per questo viene definita "ceramica del terzo fuoco". La cottura avviene a bassa temperatura in ambiente riducente, con l'inserimento di rami di ginepro o ginestra che producendo fumo impediscono l'ossidazione dei metalli e producono particolari effetti di colorazione e rifrazione, i cosiddetti "lustri". La fabbrica Rubboli fu fondata a Gualdo Tadino da Paolo Rubboli nel 1870. Ceramista noto per aver riscoperto la cosiddetta "ceramica a riflessi metallici" portata ad alti livelli artistici da Mastro Giorgio di Andreoli nel Cinquecento. Rubboli e la moglie Daria Vecchi, coadiuvati da importanti artisti, dettero vita nella loro fabbrica a una svariata produzione di piatti da parata, vasi, servizi da tavola le cui decorazioni a grottesche si rifacevano alla maniera cinquecentesca. Alla morte del capostipite proseguirono l'attività la moglie e poi i figli Alberto e Lorenzo. La presenza sul retro del piatto della firma Rubboli, permette di inquadrarlo cronologicamente agli anni in cui la fabbrica fu gestita dai due fratelli tra il 1931 e il 1936. Il marchio permette di inquadrare cronologicamente il piatto. La ditta Rubboli infatti nel 1920 cambia ragione sociale in "Società Ceramica Umbra" con due stabilimenti uno a Gualdo Tadino e uno a Gubbio. Società successivamente sciolta nel 1931. La scena raffigurata nel cavetto è tratta da un soggetto di Bartolomeo Pinelli inciso da Raffaele Persichini, facente parte della Storia degli Imperatori: «Nella guerra fra Vespasiano, e Vitellio vicino Cremona, il figlio uccide il padre senza conoscerlo» Si tratta della Seconda Battaglia di Bedriaco, combattuta il 24 ottobre del 69 d. C
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600334653
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bari
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bari
- DATA DI COMPILAZIONE 2019
- ISCRIZIONI sul retro - B - 19 - a pennello -
- STEMMI sul retro - di fabbrica - Marchio - Un triangolo con all'interno le lettere S. C. V. (vedi foto allegata)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0