Madonna con Bambino

dipinto, ca 1644-1645 - ca 1647

Dipinto a olio su tela, orientamento verticale

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Tedesco
  • ATTRIBUZIONI Schonfeld, Johann Heinrich (attribuito): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Sylos Calò
  • INDIRIZZO Via Giandonato Rogadeo, 14, Bitonto (BA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Opera attribuibile al pittore tedesco Johann Heirich Schönfeld (Biberach –an–der-Riß, 1609 – Augsburg 1684). Dopo l’apprendistato a Stoccarda nella bottega di Johann Schilbein, l’artista giunse intorno al 1633 in Italia, trascorrendovi ben diciotto anni della sua vita e della sua attività tra Roma (dal 1633 al 1637), Napoli (dal 1637 al 1647) e Venezia (per cenni bibliografici cfr. A. Spinosa, s.v. Schönfeld, Joh ann Heinrich, in La pittura in Italia. Il Seicento, a cura di M. Gregori ed E. Schleier, Milano 1989, II, p. 884, con bibliografia precedente). Il dipinto è sicuramente collocabile all’interno del periodo trascorso a Napoli dall’artista, ricostruito da Brigitte Daprà e Cécile Michaud (B. Daprà, «Von dammen reiste er nach italien…» Sandrat. Johann Heinrich Schönfelds Italienische Jahre, in Johann Heinrich Schönfeld: Welt der Gotter, Heiligen und Heldenmyten, catalogo della mostra, 16 ottobre 2009 – 7 febbraio 2010, Zeppelin Museum Friedrichshafen; 7 novembre 2009 – 7 marzo 2010, Stuttgart, a cura di U. Zeller, M. Waike, H.M. Kaulbach, Koln, Dumont, 2009, pp. 30-43 e C. Michaud, Johann Heinrich Schönfeld: un peintre allemand du 17 siecle en Italie, Munchen 2006), durante il quale la forte impronta classicistica degli anni romani lascia spazio ad una assoluta predominanza di tematiche ed iconografie religiose. Nella cronologia delle opere napoletane proposta da Voss (Hermann Voss, Johann Heinrich Schonfeld: ein Schwabischer Maler des 17. Jahrhunderts, Biberach 1964) e da Pée (Herbert Pée, Johann Heinrich Schönfeld. Die Gemälde, Berlin 1971, e Johann Heinrich Schönfeld: Bilder, Zeichnungen, Graphik, catalogo della mostra, Ulm, 2 luglio – 17 settembre 1967, a cura di H. Pée, Ulm 1967), la tela potrebbe essere più precisamente collocabile nella tarda fase napoletana, tra il 1644-1645 ca. e il 1647, anni nei quali alla maggiore attenzione verso le tematiche religiose si unisce un deciso cambiamento del linguaggio pittorico, riscontrabile nell’incupimento della tavolozza con un più accentuato effetto chiaroscurale particolarmente vicino agli esempi caravaggeschi e alla contemporanea pittura di Andrea Vaccaro. Nell’opera in questione lo stile dell’artista riconoscibile nelle sinuose, esili e allungate fisionomie della Madonna e del Bambino realizzate con pochi tratti rapidi, si fonde con scelte tipiche della produzione caravaggesca napoletana di Stanzione, Fracanzano, Guarino e della pittura devota di Cavallino. Accostabili alla nostra tela sono opere come la Liberazione di San Pietro (Roma, Galleria Corsini, 1644 ca.) e la Madonna con Bambino e Santi in collezione Garzilli a Napoli (cfr. B. Daprà, schede in Civiltà del Seicento a Napoli,, 2 voll., catalogo della mostra, Napoli, Museo di Capodimonte, 24 ottobre 1984 – 14 aprile 1985, Museo Pignatelli 6 dicembre 1984 – 14 aprile 1985, Electa Napoli, Napoli 1984,, I, pp. 174-175, 442-445)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600206179
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1998
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2011
    2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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