scudo
albarello,
1701 - 1750
Il vaso è decorato in monocromia azzurra con filettature orizzontali sia sulla parte inferiore, sia ai bordi dell’orlo
- OGGETTO albarello
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MATERIA E TECNICA
ceramica/ modellatura
ceramica/ pittura
ceramica/ smaltatura
- AMBITO CULTURALE Manifattura Cerretese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo civico e della Ceramica cerretese
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I vasi di farmacia di altezza contenuta, tra i 10 ed i 30 cm circa, sono detti tutti comunemente ‘albarelli’ (dall’arabo al-barani), benché siano di forma diversa, cilindrici larghi o stretti (per questi ultimi nel Settecento si trova nel Mezzogiorno la dizione ‘fusilli’), tondeggianti oppure ‘a pera’, a seconda del contenuto che dovevano accogliere: sciroppi, composti cremosi e vischiosi, pillole, erbe, polveri, e così via. Per i vasi di dimensioni maggiori ricorrono altre denominazioni (per esempio ‘alvaroni’). Nel Seicento e nel Settecento la richiesta di albarelli fu elevata e crescente da parte delle spezierie di conventi e di privati. Recavano talvolta lo stemma del farmacista, su fondo bianco contornato da decori in azzurro. Ma progressivamente si impose un tipo a disegni nelle esclusive tonalità del blu, detto infatti en camaieu bleu, che traeva ad esempio produzioni spagnole, in particolare di Talavera de la Reina. Nella produzione di tali albarelli si specializzò la Liguria: Savona e Albissola, che trovarono a Napoli un fiorente mercato. E a Napoli furono presto imitati e definiti ‘alla maniera di Genova’. Anche a Cerreto furono prodotti in gran numero, e in genere si distinguono per una maggiore essenzialità ed elementarità del tratto grafico. Con il declino dell’impiego di spezie in farmacia, questo tipo di vasi larghi fu destinato a più comuni usi domestici
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500917632
- NUMERO D'INVENTARIO 0184
- ENTE SCHEDATORE Comune di Cerreto Sannita
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0