reliquiario antropomorfo - a testa di Barbato da Sulmona (attribuito) (sec. XIV)

reliquiario antropomorfo a testa, 1340 - 1340

LA testa riproduce la testa del Santo a grandezza naturale. La base è a forma di colletto doppiamente listato alla estremità inferiore da una sagomatura, alla superiore da una fascia nella quale corre un iscrizione. Nella zona mediana del colletto sono quattro medaglioni quadrilobati in argento ricoperti ancora in parte di smalti translucidi, con bordo a fogliette: vi figurano, a mezzo busto, la Madonna col Bambino, un Santo imberbe con cartiglio (San Giovanni ?), San Pietro con le chiavi e il libro di San Paolo con spada e libro. Si alternano a questi, paste vitree di vari colori, incastonate e due altri medaglioni ovali, un tempo sbalzati, posti nella parte anteriore, in cui sono raffigurati il vescovo committente identificabile per la scritta IOHS in Giovanni di Tocco, e un altro santo di fattura recente in sostituzione dell'originale, oggi scomparso. La testa del santo è formata da due pezzi, il secondo dei quali assume la forma di calotta cranica ed è congiunto al primo nella parte posteriore per mezzo di una cerneria. Il volto triangolare, di aspetto giovanile, con la fronte depressa e sfuggente, gli occhi smaltati in bianco e nero, il naso aquilino, capelli filiformi che cadono a zazzera e si arricciano rigidamente al di sopra del collo. Il diadema argenteo (cont. OSS.)

  • OGGETTO reliquiario antropomorfo a testa
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo
  • LOCALIZZAZIONE Venafro (IS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il reliquiario, come si deduce dall'iscrizione, fu eseguito su commissione del Vescovo di Venafro Giovanni de Tocco nel 1340 dall'artista abruzzase maestro Barbato da Sulmona, del quale è l'unica opera nota. Il Vescovo abruzzese Giovanni di Tocco Casauria Vescovo di Amelia venne trasferito il 13 Settembre 1328 a Venafro e governò la chiesa per circa 20 anni. In tutta la bibliografia relativa al reliquiario si parla del Vescovo Giovanni ma non essendosi mai letta attentamente, fino al Piccirilli l'iscrizione si è fatta confusione sul nome e sul luogo di origine del prelato. Il maestro Barbato appartiene al gruppo degli argentieri sulmonesi trecenteschi, a capo del quale era Ciccarello di Francesco, Mastro Giacomo e Nicola Piczulo. Secondo il Piccirilli (p. 45). probalilmente il Vescovo Giovanni aveva invitato il Barbato a Venafro per eseguire la teca. Ciò spiegherebbe la mancanza del marchio di controllo. Si è anche fatta l'ipotesi che il Barbato sia stato parente di Barbato di Giacomo, amico del Petrarca. Più interessante è la presenza di "magister Barbatus Philippi sulmontino" fra i testimoni dell'atto di fondazine della chiesa della SS. Annunziata (1320) in quanto il Gemlin (1890) suppone sia lo stesso che lavorò al reliquiario. La teca un tempo doveva contenere l'intero teschio di San Nicandro la cui testa, ricorda il Monachetti, fu fatta ricoprire dal vescovo "de Gocco o Gocco" con 22 libre d'argento. In origine il reliquiario si trovava nella Cattedrale, come risulta in un istrumento "rogatus p. manus R. Notarii Joannis Pauli de Venafro". Die quarto mens. Februarii 1447". Ivi rimase fino al 1560, quando venne trasferito nella Chiesa (corrispondente all'attuale sagrestia) della chiesa della Ss. Viatico ricavata da un membro della famiglia Bove dalla sua casa proprio per conservarvi i sacramenti e i reliquiari. Venne poi sistemato nella attuale collocazione in seguito alla costruzione della nuova chiesa. Dopo che il reliquiario fu salvato dal terremoto del 1688 fu sostituito da un busto argenteo "più grande e più elegante" fatto fare nell'occasione dal vescovo Carlo de Masso, come risulta dall'iscrizione che compare sul busto stesso. La testa reliquiario di San Nicandro, facendo parte della ristretta cerchia dei pezzi datati, ha del resto sempre costituito uno dei punti fermi per la valutazione dell'oreficeria sulmonese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400002117
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise
  • DATA DI COMPILAZIONE 1973
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI fascia superiore della base, tra un cordone a fune e una lista dentellata - A.D. MCCCXXXX DNS IOHS DE TOCCO EPS BENAFRANUS FECIT FIERI HOC OPUS P MANUS MAGISTRI BARBATI DE SULMONA - lettere capitali - a incisione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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