capitello di colonna di Sabatini Luigi (sec. XX)

capitello di colonna, 1921 - 1921

Capitello in cemento caratterizzato da un alto collarino, stretto tra due file di anelletti. L’echino è composto da una cornice ad ovoli alternati a lancette. Sull’abaco si imposta una base quadrangolare sormontata da un altro elemento in marmo, anch’esso di forma quadrata. Quest’ultimo è inchiodato alla base attraverso tre grosse viti, superstiti rispetto alle cinque originarie

  • OGGETTO capitello di colonna
  • MATERIA E TECNICA Marmo
    CEMENTO
    FERRO
  • MISURE Profondità: 45 cm
    Altezza: 60 cm
  • ATTRIBUZIONI Sabatini Luigi (1889/1972)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Sabatini Raffaele
  • LOCALIZZAZIONE Ex convento di San Patrignano
  • INDIRIZZO Contrada San Rocco, Collecorvino (PE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il capitello faceva parte del monumento ai caduti di Collecorvino, costruito nel 1921. Secondo quanto riferito dall’attuale sindaco, sig. Antonio Zaffiri, l’esecutore dello stampo del capitello e della colonna fu Raffaele Sabatini (1906/1938) che, non potendo esporsi al sole per motivi di salute, lavorava esclusivamente nel capannone di famiglia. Il fratello Luigi, invece, montò la struttura, fece la colatura di cemento sul posto e vi pose il cappello superiore, sul quale appose anche la propria firma. È sempre il sindaco Zaffiri a raccontare le successive vicende del capitello. Per caso uno dei discendenti della famiglia Sabatini era presente mentre, nel 1978, l’opera veniva distrutta durante i lavori di allargamento della strada. Vedendo la firma di un proprio parente sul capitello, l’uomo chiese di poterlo portare via e lo conservò per anni in un podere. Il capitello è stato poi rinvenuto fortunosamente dallo stesso sindaco, a sua volta legato alla famiglia Sabatini, soltanto pochi anni fa e comunque dopo il 2002, anno in cui il monumento è stato ricostruito più o meno filologicamente. Oggi il manufatto è conservato in una sala polifunzionale dell’ex convento di San Patrignano, di proprietà del comune. L’elemento maggiormente caratterizzante dell’opera è certamente la frase dedicatoria che Luigi Sabatini vi impresse, insieme alla firma e alla data del 28 maggio 1921. In cima, vi si legge: “ALLE VITTIME DELLA GUERRA BORGHESE – ABBASSO LA GUERRA W IL SOCIALISMO”. Tale motto pacifista non fu rimosso durante il ventennio, così come accadde a numerose lapidi affisse subito dopo la guerra, probabilmente poiché collocato in una posizione che lo rendeva non visibile da chi guardasse il monumento. Per le fonti si veda: Oliver Janz, “Il culto dei caduti” in “La grande guerra: uomini e luoghi del '15-18”, a cura di Mario Isnenghi e Daniele Ceschin, Utet, Torino, 2008
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300283041
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell'Abruzzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • ISCRIZIONI cornice/ parte superiore - W IL SOCIA= / LISMO / FECE SABATINI LUIGI DI / ANTONIO 28 MAGGIO 1921 / ALLE VITTIME DELLA GUERRA BOR- / GHESE - ABBASSO LA GUERRA -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1921 - 1921

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'