lapide commemorativa ai caduti - ambito abruzzese (primo quarto XX)
lapide commemorativa ai caduti
1920 - 1920
La lapide è in marmo, molto semplice, su cui è inserita una targa in bronzo che riporta il discorso di Armando Diaz a conclusione della guerra. Tutto intorno vi sono le immagini dei caduti. Cosa particolare e quasi un unicum, è la piccola lapide sottostante che commemora i nomi dei sopravvissuti
- OGGETTO lapide commemorativa ai caduti
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MATERIA E TECNICA
Bronzo
Marmo
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MISURE
Altezza: 2,5 m
Larghezza: 1,5 m
- AMBITO CULTURALE Ambito Abruzzese
- LOCALIZZAZIONE Cappella ai Caduti di tutte le guerre
- INDIRIZZO Piazza degli Eroi, Pietracamela (TE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il testo del discorso di Armando Diaz fu fuso nel bronzo delle artiglierie nemiche
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300282878
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
- DATA DI COMPILAZIONE 2014
- ISCRIZIONI Parte superiore della lapide in marmo - Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuna divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatre divisioni austroungariche, è finita. La fulminea e arditissima avanzata del XXIX corpo d’armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l’irresistibile slancio della XII, dell’VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente. Nella pianura, S.A.R. il Duca d’Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute. L’Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell’accanita resistenza dei primi giorni e nell’inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecento mila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinque mila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza. Il capo di stato maggiore dell’esercito, il generale Diaz - stampatello maiuscolo - a caratteri applicati in bronzo - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0