vaso - manifattura di Castelli (sec. XVIII)

vaso, 1700-1799

Decoro istoriato.Colori:azzurro,giallo,arancio,bruno di manganese

  • OGGETTO vaso
  • MATERIA E TECNICA Maiolica
  • MISURE Altezza: 55
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Di Castelli
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Ceramiche, Collezione privata Fuschi Giovanni
  • LOCALIZZAZIONE Convento dei Minori (ex)
  • INDIRIZZO via Convento, Castelli (TE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attribuzione di questo decoro a Francesco Severio Grue,nato da un ramo collaterale della famiglia Grue (è nato da Giovanni,e quindi non apprtiene alla linea Francesco-Carlo-Antonio Saverio,ecc.) discende da una serie di notizie e di considerazioni indirette che fanno capo a concezio Rosa e a Giancarlo Polidori.Il primo riferisce che "quasi tutte le maioliche dipinte che si posseggono in Teramo dagli eredi della famiglia De Santi di Castelli sono di questo artista....",mentre il secondo,partendo da questa affermazione attribuiva al nostro una targa della raccolta Acerbo con il Porto di Livorno,tratta liberamente da una stampa di Stefano della Bella,nella quale risulta vergata sopra un sacco la scritta "Del sig. Ascensi de Sancthis".Su questa primitiva attribuzione il Polidori,traendo dalla targa alcuni elementi stilistici,allogava a Saverio tre targhe presenti nel Museo Nazionale di Urbino,con scene di vita zingaresca tratti da alcune incisioni di Jacques Callot,e come tale le pubblicò nella Mostra del 1955.Il vaso presente ha sulla sua superficie una specie di "compendio" di quelle scena con elementi e figure rimesse insieme (l'uomo con lo scoppio,alcune figurette sedute,ecc.) per comporre un vasto episodio di genere di tutt'altro significato.Infatti alla cena si aggiungono episodi di vita agreste (come lo stipaggio del fieno,giochi di fanciulli,crocchi di figure che parlottano,ecc.) anche esse tratte da altri brani di incisioni di Collot.Il coperchio a campana semisferica con pomello è decorato con putti festanti tra serti di fiori e foglie,che si trovano pure nel lobo del sottocono del vaso e nell'alto piede a tromba.La costante,rispetto alle targhe di urbino e alle altre opere che gli si attribuiscono (targhe di Via Crucis a Torino e a Tolentino,vasi e tondi nella Galleria Acerbo)è quella degli occhi puntiformi,delle labbra piccole e vicine al naso,che il polidori considerava quasi la "firma" dell'artista,poichè ai suoi tempi non ebbe la fortuna di conoscere alcuna opera firmata.Dal momento che oggi conosciamo invece,qualche firma del nostro,non possiamo così "sic. et simpliciter" costruire alcun corpus attributivo secondo il paramento del Polidori,e lasciamo invece l'esecuzione del presente decoro cautelativamente nell'ambito della produzione castellana della seconda metà del sec. XVIII
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300183091
  • NUMERO D'INVENTARIO II.141
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni ambientali architettonici artistici e storici dell'Abruzzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 1998
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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