Santi Costantino ed Elena. Santi Costantino ed Elena
icona,
Spyridon Sperantzas (attribuito)
1733/ 1818
PERSONAGGI: Madonna, Giuseppe d'Arimatea, Nicodemo, Cristo; OGGETTI: sepolcro. Composizione sagomata e dipinta in entrambe le parti
- OGGETTO icona
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MATERIA E TECNICA
tavola
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ATTRIBUZIONI
Spyridon Sperantzas (attribuito): esecutore
- LOCALIZZAZIONE Rosciano (PE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE San Costantino ha goduto di una grande venerazione nell'Oriente di tradizi one bizantina, prova ne sia il lungo elenco di santi e non, regnanti e per sone normali che ne hanno portato e portano il nome. Probabilmente non pot eva essere altrimenti per un imperatore che ha rappresentato una svolta st orica decisiva per la diffusione del cristianesimo, dopo ben tre secoli di persecuzioni e clandestinità. Egli riconobbe, infatti, la libertà di cult o (313) e favorì l'affermazione della nuova religione, impegnandosi nel pr omuovere l'edificazione di basiliche sia in Terra Santa come a Roma e a Co stantinopoli. Indisse, inoltre, la convocazione del primo Concilio Ecumeni co a Nicea (325) in cui, per dirimere l'eresia ariana, furono stabiliti i fondamenti della fede cristiana. La sua apoteosi venne celebrata immediatamente dopo la morte: Eusebio di C esarea racconta che il popolo, l'esercito, la corte e il clero gli resero onore, chiamandolo "beato", "caro a Dio". La sua tomba venne subito venera ta come quella di un santo, ed il culto, nato principalmente negli ambient i di Costantinopoli, si diffuse in tutto l'Oriente. La chiesa bizantina lo onora riconoscendogli il titolo di "pari agli apostoli", e di "tredicesim o apostolo". Solitamente è raffigurato insieme con la madre Elena da lui molto amata. L a legge romana non riconosceva il matrimonio celebrato tra un patrizio e u na plebea. Così quando Costanzo Cloro ebbe il titolo di "Cesare" col colle ga Galerio, ripudiò Elena perché di famiglia plebea della Bitinia, pur tra ttenendo con sé il figlio Costantino, nato dalla loro unione nel 285. Alla morte del padre, Costantino venne acclamato "Cesare" nel 306 a York, dall e legioni della Britannia. Una volta assurto alla carica, chiamò a corte E lena e la fregiò del titolo di "Nobilissima femina". Quando poi Costantino , sconfitto Massenzio alle porte di Roma, divenne l'unico imperatore, Elen a fu onorata con il titolo di "Augusta". Sebbene lo storico Eusebio, autore tra l'altro di una Vita di Costantino, affermi che sia stato l'imperatore a condurre alla fede la madre, molti ri tengono invece sia stata lei a convertire il figlio. Elena, infatti, mostr ò un fervore religioso che si tradusse in grandi opere benefiche e nelle c elebri basiliche sui luoghi santi, di cui divenne intrepida esploratrice. Nonostante l'età avanzata, andò in Palestina per seguire gli scavi iniziat i a Gerusalemme dal vescovo Macario, che ritrovò la tomba di Cristo scavat a nella roccia e poco distante la Croce. Il ritrovamento della Croce, avve nuta nel 326 sotto gli occhi della piissima madre dell'imperatore, produss e una grande emozione in tutta la cristianità. Incoraggiata da questo primo successo, Elena volle ricercare altri luoghi: fu ritrovata la grotta della natività a Betlemme e il luogo sul monte deg li Olivi dove Gesù si era intrattenuto con i suoi discepoli prima di salir e al cielo. A queste scoperte fece seguito sempre la costruzione di altret tante basiliche. Elena morì nel 330 a ottant'anni (cfr. Biblioteca Sanctor um). Secondo un'ipotesi del Grabar (Biblioteca Sanctorum) la figurazione dei du e personaggi imperiali che affiancano la Croce avrebbe avuto il suo protot ipo in un gruppo marmoreo di Costantino ed Elena che si trovava nel cuore di Costantinopoli. Costantino ed Elena sono rivestiti con gli abiti imperiali bizantini secon do una visione molto occidentale che se ne aveva alla fine del 1700. Sui due bracci della Croce vi è la scritta IC XC (Gesù Cristo), mentre ai lati i personaggi portano i rispettivi nomi: Ho hagios Konstantinos = san Costantino; H AGIA ELENH = E hagia Elene = sant'Elena. L'icona probabilmente è da attribuire a Spiridon Sperantza, quindi risalen te al 1788 quando per la comunità badessana fece l'immagine bifacciale del Seppellimento, poiché stilisticamente si può rilevare la stessa mano. Vi è inoltre un elemento grafico caratteristico: le lettere C=S ed E presenta no un rigonfiamento centrale, analogo a quello presente nel Seppellimento ed in altre icone firmate da questo iconografo. Le dorature sono state fat te con oro in conchiglia, mentre sugli abiti per le pieghe si è ricorso al la tecnica del guazzo
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300094527
- NUMERO D'INVENTARIO 27
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
- DATA DI COMPILAZIONE 2005
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
- ISCRIZIONI primo quarto - Ho hagios Konstantinos - a pennello - greco
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0