Madre di Dio che allatta e san Rocco. Madonna del Latte

icona,

PERSONAGGI: Madonna, Bambino, San Rocco

  • OGGETTO icona
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Adriatico
  • LOCALIZZAZIONE Rosciano (PE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa icona presenta la Madre di Dio che allatta e san Rocco. A proposito della raffigurazione della Madre di Dio che allatta con la presenza nella stessa composizione di un altro personaggio si hanno tracce molto antich e. V. N. Lazarev (1971) cita l'affresco di Santa Priscilla a Roma come il più antico esempio del tipo di Madre che allatta. Questa celebre opera del le catacombe che mostra una madre seduta con un bambino sulle sue ginocchi a registra anche la presenza di un personaggio che indica una stella al di sopra della scena, identificato ipoteticamente con il profeta Balaam (MAR UCCHI, 1923; GRABAR, 1966; OTRANTO, 1983; pensavano si trattasse invece di Giuseppe G. B. DE ROSSI, 1865 sulla sua scia TESTINI, 1966). Relativament e alla Vergine che allatta all'inizio del secolo gli storici dell'arte com e N. P. Kondakov e F. Schweinfurth affermavano che questo tipo iconografic o era sconosciuto a Bisanzio e che era apparso soltanto per influenza dell a pittura italiana sull'arte postbizantina. La generazione successiva, per ò, come N. P. Lichacev, O. Wulf, G. Millet e A. N. Grabar contestarono que sta posizione sostenendo che questo motivo era ben conosciuto a Costantino poli, bisognava, tuttavia, cercarne le origini in Oriente. Ricorrendo, inf atti, ad una serie di rappresentazioni dell'arte copta - come per es. gli affreschi di Bawit e Saqqara (secoli V-VI); le miniature copte dei secoli IX e X (Brit. Mus. 7021); la collezione Morgan Ms. 574 ecc. - se ne poteva comprendere le radici. In ambito egizio, difatti, il motivo della Vergine che allatta trovava i suoi prodromi nelle raffigurazioni della dea Iside che allatta il figlio Horus. La grande popolarità di quest'immagine aveva agevolato il passaggio nell'iconografia cristiana. A Bisanzio la raffigura zione si era innestata con la tipologia classica dell'Odigitria o della Ma dre di Dio in trono. Della sua esistenza a Costantinopoli già nel secolo V III si ha testimonianza in una lettera del papa Gregorio II indirizzata al l'imperatore Leone l'Isaurico (717-741), in cui si dice che tra le icone d a venerare si trovano "anche le rappresentazioni della Santa Madre che tie ne tra le sue mani il nostro Signore e Dio e lo nutre con il suo latte" (A INALOV, 1899) Il motivo semplice della nutrice passò ad esprimere una real tà spirituale e ad avere un'interpretazione mistica: la Vergine è chiamata "la mensa" (i tràpeza) (nella Topografia di Cosma Indicopleuste (sec. VI) , sulla raffigurazione della Madre di Dio che allatta si trova quest'iscri zione, v. STRYGORSKI 1899). Ad onor del vero, questo motivo iconografico non ebbe grande fortuna in ambito bizantino a differenza dell'Oriente cris tiano e delle province dove invece ricevette addirittura una interpretazio ne più larga, venendo impiegato anche per altri personaggi della Scrittura . Negli affreschi della Macedonia, a Kurbinovo, Kastoria e Ochrida, è, inf atti, sant' Anna che allatta Maria ed Elisabetta Giovanni Battista: rappre sentazioni che passeranno anche nelle opere da cavalletto. Dagli inizi del secolo XII, quando apparve nell'arte e nella letteratura occidentale la t endenza a umanizzare le forme fino allora ieratiche, in cui il genere affe ttivo comincia ad avere un ruolo preponderante, il motivo della Vergine ch e allatta divenne sempre più frequente. E' raffigurata sul timpano central e della basilica di Assisi, sul mosaico di Santa Maria in Trastevere a Rom a e nell'affresco di sant' Angelo a Pianella, e la lista cresce notevolmen te se si aggiungono altri Paesi europei (Lexikon christlichen, 1970) . Cos tantinopoli stessa era stata toccata da questa corrente di spiritualità pi ù attenta ai sentimenti, così, pur nella cautela, dalla rigida forma dell' Odigitria si andava sviluppando l'Eleusa (la misericordiosa). La celebre i cona della Madre di Dio di Vladimir o Madre di Dio della tenerezza, del se colo XII, ne è un esempio. In questa evoluzione l'icona della Vergine che allatta ha avuto un posto certo più modesto, ma costituisce un elemento ca ratteristico della spiritualità orientale ed occidentale di quest'epoca. D all'inizio del Trecento l'immagine della Vergine che allatta diviene, inve ce, un tema preferito degli artisti italiani. Probabilmente la committenza ne ha sollecitato la fattura: vi si sono dedicati lodevolmente Ambrogio L orenzetti, Giusto da Padova, Giovanni e Andrea di Bologna, per citarne sol o qualcuno. Ma nello spirito del tempo e fuori dell'iconografia severa di Bisanzio, il modello perse il suo atteggiamento ieratico concedendo spazio a una concezione molto più terrena. Il Bambino assunse una postura natura le: con le due mani tiene il seno della Madre e guarda curioso verso lo sp ettatore. Similmente il volto della Vergine esprime sentimenti semplici e umani, mescolati a un certo lirismo. Dopo questa brevissima premessa inqua driamo la nostra immagine. (continua in AN)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300094502
  • NUMERO D'INVENTARIO 2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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