Il miracolo che avvenne a Corfù. Battaglia di Corfù

icona, 1790 - 1810

PERSONAGGI: CRISTO, SAN MICHELE, SAN GABRIELE; MADONNA, BAMBIN GESU', SPIRIDIONE; FIGURE: CHERUBINI, ANGELI; OGGETTI: NAVI; VEDUTA: CORFU'

  • OGGETTO icona
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Produzione Greca
  • LOCALIZZAZIONE Rosciano (PE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel quarto superiore vi è la titolatura della rappresentazione: TO QAUMA WPOU EGHNH US / TOUS KORFOUS (sic) = To thauma opou egene ys tous Korfous (sic) = Il miracolo che avvenne a Corfù. Al centro, l'icona presenta da una parte la Madre di Dio e dall'altra santo Spiridione ambedue in trono, e tra i due si ha la nota storica: 1716 IOULHOU 9 / HMERA TETRADI HS / THS 9 WRES THS HMERAS / ENGHKE: HAR MADAMAS / EPOTW STRETO KAI EDOKE PO-/-LEMO FOBERON HS THS ARMADA / TON DOURKON (sic) = 1716 iouliou 9 emera tetradi es tes 9 ores tes emeras engeke: ear madamas epoto kai edoke polemo foberon es tes armada ton dourkon (sic) = mercoledì 9 luglio 1716 alle nove di mattina avvenne: Jar Madamas apparve nello stretto e sferrò un terribile attacco contro l'armata dei Turchi (ma nel 1716 il 9 cadeva di giovedì cfr. CAPPELLI, 1969). L'immagine è, dunque, celebrativa di un evento storico che è opportuno contestualizzare. Nel dicembre del 1714 il gran Visir ottomano aveva convocato il bailo di Costantinopoli Andrea Memmo per informarlo che il Sultano aveva deciso di dichiarare guerra alla Serenissima, portando a pretesto alcuni incidenti nel Montenegro e nell'Adriatico. Così la Morea era stata riconquistata nel giro di pochi mesi, poi si diressero verso la fortezza che era considerata la vera e propria porta dell'Adriatico: Corfù. In tal modo divennero chiare le loro intenzioni: la conquista di Venezia stessa. Se, infatti, i Turchi avessero conquistato Corfù, a Venezia non sarebbero rimaste che ben poche speranze. Corfù era diventata chiave decisiva della lunghissima guerra veneto-turca. Nei primi mesi del 1716 il Sultano fece schierare contro l'isola jonia un esercito di trentamila uomini, di gran lunga superiori alle forze veneziane. Venezia contava sull'abilità ed esperienza di uno dei più intelligenti capitani del tempo, il generale sassone Johann Mathias von Schulenburg (1661-1747), passato al servizio della Repubblica dopo aver militato in tutti gli eserciti d'Europa. Al tempo stesso aveva fatto cingere d'assedio la fortezza di Petervaradino (oggi sobborgo della grande città di Novi Sad in Serbia), passaggio obbligato per l'attacco diretto all'Ungheria. L'assedio di Corfù si era trascinato per tutta la prima parte dell'estate, quando giunse ai Turchi la notizia della sconfitta di Petervaradino ad opera del leggendario Principe Eugenio di Savoia, il 5 agosto del 1716. Questa sconfitta spinse il comandante turco dell'esercito di Corfù a sferrare l'attacco decisivo nella notte del 18 agosto. Schulenburg corse ai ripari mobilitando tutte le forze, tuttavia dopo sei ore la lotta era ancora incerta e nessuno riusciva ad avere il sopravvento. Allora Johann Mathias ebbe il colpo di genio: con 800 fanti uscì da una piccola porta segreta ed attaccò alle spalle un'ala dell'esercito turco. I Turchi credettero di essere stati circondati e si ritirarono. La notte successiva per i Veneziani giunse un aiuto imprevisto dal cielo: un tremendo temporale devastò il campo turco e molte navi, rotti gli ormeggi, si fracassarono le une sulle altre. All'alba i Turchi decisero di togliere il campo e di abbandonare quell'isola "dove regnavano, dissero, dèi ostili". Gli Ottomani, battuti per terra da Eugenio di Savoia, sconfitti a Corfù da Schulenburg, sul mare dal veneziano Ludovico Flamini e da Andrea Pisani, e cacciati da Santa Maura, da Preveza e Vonitza, aprirono le trattative, che si conclusero con la pace di Passarowitz (21 luglio del 1718), con cui Venezia cedeva alla Sublime Porta la Morea, Suda e Spinalunga a Creta, ma conservava alcuni castelli conquistati in Albania e Dalmazia, oltre Cerigo, Butrinto, Preveza e Vonitza. Avevano operato gli uomini, ma si era convinti che una buona mano l'avesse data il cielo: il Senato aveva ordinato, infatti, che in quell'anno cruciale rimanessero sempre aperti tutti i santuari della Repubblica. A Corfù si è registrato sia l'aiuto della Madre di Dio sia di santo Spiridione. La battaglia di Petervaradino, infatti, si svolse il 5 agosto del 1716, il giorno dopo che una Donna sconosciuta era apparsa a Natalino Scarpa di Zuanne, un ragazzino di quattordici anni, a Pellestrina ed aveva detto di far dire delle Messe per le anime dei morti, "se volemo aver vittoria" (cfr. la storia del santuario mariano dell'Apparizione a Pellestrina, vicino a Chioggia . E, come era avvenuto per l'altro terribile assedio del 1537, i corfioti hanno attribuito la liberazione alla protezione del santo Spiridione: egli apparve e mise in fuga i nemici, che - riferendosi alla tempesta - credettero avere con lui le schiere celesti. Questo venne celebrato sulle stampe e nei racconti dei miracoli del Santo, avvenuti dopo la morte . Questo è presumibilmente il motivo che i due stiano al di sopra della rappresentazione della battaglia. Riprendendo la lettura della nostra immagine vediamo che la preghiera di santo Spiridione ottiene una risposta dal Signore stesso che, apparso in gloria, lo benedice spiegando un (continua in AN)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300094501
  • NUMERO D'INVENTARIO 1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • ISCRIZIONI in alto, a destra e a sinistra di Cristo - IC XC - Giovanni (Vangelo 10, 9-16) - lettere capitali - a pennello - greco
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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