figura di soldato che porta la bandiera

monumento ai caduti, 1924 - 1970

roccia naturale in travertino sormontata da una statua in bronzo (fante con bandiera), ai piedi donna con vittorietta nella mano destra in bronzo; il tutto è inserito in un'aiuola recintata da pilastrini in travertino e cancellata in ferro battuto. I nomi dei caduti sono scopliti nella roccia sul fronte e sul lato sinistro; sul lato destro lapide con i nomi dei caduti 1940-45; firma e data sul retro

  • OGGETTO monumento ai caduti
  • MATERIA E TECNICA Bronzo
    Travertino
  • ATTRIBUZIONI Tamagnini Torquato (1886/ 1965): scultore
    Muratore Publio (1918/ 1998): architetto
    Mistruzzi Aurelio (1880/ 1960)
  • LOCALIZZAZIONE giardino comunale
  • INDIRIZZO Via della Stazione, Vignanello (VT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il 6 giugno 1920, su proposta di Augusto Pancrazi, il Consiglio deliberò di erigere un monumento ai soldati di Vignanello morti nel recente conflitto. Diede mandato alla Giunta di costituire un comitato, per organizzare la raccolta fondi che si prolungò fino al dicembre 1924, quando nella seduta del 7, il Consiglio stabilì di integrare le 43.000 lire raccolte in quegli anni grazie a oblazioni volontarie, tombole e ai fondi dell'annona, con altre 8.000 per raggiungere la somma necessaria al completamento. Sull'incertezza se collocarlo al Molesino, come voleva Roberto Stefani, o in piazza Cesare Battisti, prevalse infine la seconda ipotesi. Così il Monumento fu inaugurato il 20 giugno 1926. L'opera nacque dalla collaborazione dello scultore Torquato Tamagnini, uno dei più richiesti specialisti in monumenti ai caduti del centro Italia, che eseguì le statue e l'architetto Aurelio Mistruzzi a cui si deve l'ideazione del basamento. La roccia naturale, sapientemente scolpita nel travertino, sta a ricordare il duro suolo carsico in cui si combattè quella guerra, mentre il soldato che sulla cima sventola la bandiera è un chiaro segno della vittoria, secondo uno dei tanti cliché in voga all'epoca. Le statue originarie, in bronzo, furono donate alla patria per contirubuire agli armamenti della II guerra mondiale. Il monumento privo di tali importanti simboli, fu spostato nel giardino pubblico limitrofo alla ferrovia nel 1946. Negli anni '70 l'amministrazione sentì la necessità di ridare senso al monuemento facendo fondere due nuove statue, quella del fante, di cui abbiamo detto, e la figura femminile sul basamento. Confrontando vecchie cartoline con le nuove fusioni, possiamo vedere come il soldato sia copia fedele dell'originale, mentre la figura di donna è stata "aggiornata" nel vestiario. Le sculture sono opera di Publio Muratore, autore anche del Monumento ai caduti di Gallese, Piansano, Orte Scalo, realizzati dagli anni '50 in poi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1209845632
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • ISCRIZIONI statua in bronzo, retro, sulla veste - P. MURATORE - caratteri vari - a solchi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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