monumento ai caduti - a fontana di Pollidori Paolo, Frezzotti Oriolo, Buongirolami, Porchiella Serafino (sec. XX)

monumento ai caduti a fontana, 1921 - 1929

il monumento è composto da un'ara a pianta rettangolare, con il fronte sul lato lungo, circondata da due scalini e distanziata dall'asse stradale nei lati corti, da due fontanine a fusto con canne da bocca leonina, raccordate a due bassi fusti in marmi attraverso un poggia mano in ferro. L'ara ha base in pietra basaltina, composta da 3 cornicioni digradanti, il corpo è in marmo bianco, con iscrizioni su tutti i fianchi (dedicatoria sul fronte; nomi caduti sui lati corti; Campagna d'Africa, di Spagna, Dispersi 1940-45, cronologica sul retro) , nel retro apposta corona d'alloro in bronzo con iscrizione; coronamento fascia ornamentale in bronzo: sui lati lunghi scudetti con nodo Savoia, intervallati a fasci littori, sui corti stemma cittadino tra fasci, 4 aquile angolari; cornicione e terminazione dell'ara in pietra basaltina, con volute nei lati corti decorate ciascuna con due volti di fanti

  • OGGETTO monumento ai caduti a fontana
  • MATERIA E TECNICA Bronzo
    Travertino
    pietra basaltina
  • ATTRIBUZIONI Pollidori Paolo (1873/ 1935): scultore
    Frezzotti Oriolo (1888/ 1965): architetto
    Buongirolami (notizie 1922-24): fonditore
    Porchiella Serafino (notizie Primo Quarto Sec. Xx): marmista
  • LOCALIZZAZIONE piazza comunale
  • INDIRIZZO Piazza Cavour, Bagnoregio (VT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il 30 maggio 1919 il Consiglio Comunale nominò una Commissione per raccogliere fondi per l'erezione del Monumento ai caduti bagnoresi nella I guerra mondiale. Il Comitato bandì un pubblico concorso a mezzo stampa da cui uscì vincitore Paolo Pollidori, scultore orvietano che stipulò il contratto il 12 dicembre 1920. Il 23 maggio 1920 il regio Commissario deliberò che il monumento venisse eretto, d'accordo con il Comitato, nel prato Agosti dove si trovava la piramide in ricordo dei Garibaldini uccisi nella famosa battaglia di Bagnoregio il 5 ottobre 1867, e che la zona fosse sistemata a giardino pubblico. La decisione non trovò favorevole la popolazione che proponeva altri luoghi. La contestazione dovette essere piuttosto vivace tanto che "L'Azione", giornale ufficiale dell'Associazione nazionale combattenti e reduci, nel descrivere la seduta consiliare in cui si doveva stabilire la collocazione parla di "frequenti interruzioni del pubblico" e "finimondo di chiacchere" ("L'Azione", 1921/06/06). Al termine della seduta il consiglio decise che il comitato dovesse indire un referendum tra la popolazione. A tale scopo il Comune affisse un Avviso in cui si dichiarava che il 13 marzo 1921 dalle ore 9 alle ore 15.00 nella sala comunale si sarebbe tenuta la votazione. I bagnoresi avrebbero dovuto decidere se erigere il loro monumento nel prato Agosti accanto alla Piramide dedicata ai garibaldini, come aveva deciso il Regio commissario, oppure collocarlo nella centrale piazza Cavour, davanti al Duomo, o nel piazzale presso la Porta Albana che con l'occasione sarebbe stato trasformato in piazza alberata e panoramica, annettendo anche l'orto di San Bonaventura e il bottaccio. Qualunque fosse stato il risultato del referendum il comune avrebbe immediatamente eseguito i lavori necessari. E la cittadinanza preferì la centralissima piazza Cavour. Nonostante ciò le polemiche non cessarono: questa volta "L'Azione" (1921/06/19) appuntò le proprie critiche sul comitato che definì "scelto a casaccio e senza criterio". Come era usuale, infatti, l'amministrazione aveva chiamato a far parte del comitato i maggiorenti del paese, ma questi, troppo occupati, avevano formato un sotto comitato "composto di giovani e signorine, che dato la buona disposizione della popolazione bagnorese, raggranellò circa ventiduemila lire. Il Comitato non è contento ancora e vuole raggiungere la somma di lire trentamila ed intanto dorme e aspetta che le altre ottomila vengano ... Ora bastano le recite e le lotterie, non permetteremo più che i quattro civettuoli e civettuole di Bagnorea, si divertano colla scusante della beneficenza per i monumenti ai caduti. I nostri caduti non hanno dato la loro vita per far divertire i buontemponi. Chi sente per loro riconoscenza offra. Non ci si diverte in nome dei nostri più santi morti" (L'Azione" 1921/06/19). Non sappiamo precisamente quanto il Comitato riuscì a raccogliere, ma sappiamo con certezza che il 20 agosto 1922 il monumento fu inaugurato. Secondo il cronista locale del "Il Messaggero" (1922/08/17) lo scultore nel monumento "ha voluto esprimere il ridestarsi, in un esuberante rigoglio, delle giovani energie nazionali, le quali all'appello della patria pericolante, affrontarono, nella chiara visione del sacrificio, il santo giuramento, d'amore e di fede verso la patria". Lo stesso giornalista dà notizia che la statua fu fusa nella fonderia Buongirolami di Roma e che il basamento di pietra di Bagnorea, fu eseguito sotto la direzione del capo d'arte Porchiella Serafino. Ma le polemiche non si placarono, anzi! Questa volta si appuntarono sul corpo nudo del soldato cieco, riconoscibile in quanto tale solo perché indossava un elmo, suo unico indumento, che si ergeva imperioso su un alto basamento. Già nel corso dell'istallazione la polemica si era levata e il 21 luglio 1922, un mese prima dell'inaugurazione, il Capitolo della cattedrale aveva lanciato un appello ai cittadini perché si opponessero alla collocazione della statua "completamente nuda" da collocarsi "non in luogo appartato, dove alla meno peggio potrebbe essere veduto da chi vuole appagare una biasimevole curiosità, ma nella piazza centrale dove tutti sono costretti a passare, in faccia, si noti bene, alla Chiesa Cattedrale, dove si celebrano gli atti più solenni del culto" (Barbini 2001). L'appello venne accolto dalle 150 donne della Pia Unione Madri Cristiane che il 25 luglio scrissero al Comitato contro "la pornografica statua del soldato posta sul monumento eretto dalla pietà cittadina per eternare la memoria dei gloriosi sposi, figli e fratelli che da Eroi caddero per rendere la nostra Italia più grande e più libera" (Barbini 2001). La polemica varc i confini provinciali attraverso i quotidiani nazionali. "Il Messaggero" riferisce, infatti, di una serie di lettere pubblicate da un giornale della sera ( di cui non fa nome), in cui si accusa il comitato di "cocciutaggine", (continua in AN)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1209845557
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • ISCRIZIONI sul fronte verso la cattedrale - AI SVOI EROICI FIGLI/ CADVTI PER LA PATRIA/ BAGNOREGIO/ MCMXV MCMXVIII/ E DI TVTTE LE GVERRE - caratteri vari -
  • STEMMI sui lati lunghi a coronamento dell'ara - reale - Emblema - casa Savoia - 6 - nodo Savoia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Pollidori Paolo (1873/ 1935)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1921 - 1929

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ITINERARI