Il Dio Pan. paesaggio

dipinto, 1886 - 1886

paesaggio montuoso con figura mitologica

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA Olio su tela
  • MISURE Altezza: 99
    Larghezza: 161
  • ATTRIBUZIONI Castelli Alessandro (roma 1809 - Roma 1902)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo delle Belle Arti
  • INDIRIZZO viale delle Belle Arti, 131, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il bisogno di riconnettersi ad una mitologia perduta, ma evocata nella natura che circonda l'Urbe, avvicina l'attività tarda di Castelli alle ricerche di pittori venati di simbolismo come Costa o come i tedeschi romani che ricercavano nella campagna romana le stesse suggestioni, anche se con risultati molto diversi. Se sia per Costa sia per Castelli il vero riprodotto senza alcun filtro ideale non era accettabile, per il più anziano pittore l'intransigenza nei confronti del naturalismo era più radicale; Costa, pur seguendo un'idealizzazione del paesaggio, abbandonò tutti gli espedienti compositivi del paesaggismo romantico rimanendo più fedele al vero, artifici conservati invece da Castelli che, in questi termini, rappresentava il filo di congiunzione tra il paesaggio romantico e quello simbolista. In questo caso egli realizza infatti una veduta costruita, allo stesso tempo immaginata e reale, resa con minuzia di particolari nella descrizione delle rocce e delle piante e degli arbusti significativamente secchi - che testimonia ancora una volta il retaggio della sua formazione da incisore - al cui centro, perso nella grandiosità di quella natura, siede la piccolissima figura di Pan. La presenza di personaggi minuti che abitano la scena appaiono come l'ultimo strascico del paesaggio classicista di origine secentesca e rinnovato, secondo l'accezione del Sublime, in età romantica, che sottolineano la piccolezza dell'uomo al cospetto della natura. In questo caso, il riferimento al dio Pan può legarsi ad un bisogno di ritrovare un rapporto più intimo e sincero con la natura e la Madre Terra, stesso bisogno che caratterizzerà il paesaggismo simbolista romano sorto in seno all'associazione In Arte Libertas. Non è un caso, infatti, che furono proprio i giovani artisti della generazione degli anni cinquanta, Morani e Ricci soprattutto, che rivalutarono la pittura dell'anziano pittore, considerandolo con Costa e Cabianca, padre spirituale delle loro poetiche. Come tale Castelli, nello stesso 1886 in cui realizzò questa opera, fu invitato ad esporre nello studio del pittore Giorgi a quella che sarà ricordata come la prima mostra dell'In Arte Libertas, dove presentò alcune vedute di Tivoli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200489414
  • NUMERO D'INVENTARIO 1351
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • ISCRIZIONI in basso a sinistra - Alessandro Castelli / Roma 1886 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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