apparizione di Gesù Bambino a Sant'Antonio da Padova

dipinto, 1652 - 1655

Dipinto quadrangolare

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 350
    Larghezza: 190
  • ATTRIBUZIONI Giordano Luca (1632/ 1705)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Basilica del Sacro Cuore del Cristo Re
  • INDIRIZZO Viale Giuseppe Mazzini, 32, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto si trovava originariamente nella chiesa dell'Angelo Custode, sita nell'omonima via e distrutta nel 1928-1929 per far posto a via del Tritone. Il nome di Luca Giordano viene riferito in primis da Titi nel 1686 e riproposto nelle guide successive. Il dipinto presenta caratteri ribereschi e realistici tipici della prima produzione dell'artista e del suo primo soggiorno romano. Il che farebbe propendere per una datazione al 1652-1655. La collocazione entro la chiesa del Cristo Re rientra nella decisione del Piacentini di ornarla con opere del Seicento. In vista della stretta inaugurazione dell'edificio, prevista per il 1934, e dato il ritardo, Piacentini predispose di realizzare quanto strettamente necessario alla funzione dell'edificio, lasciando gli altari laterali disadorni a interventi non sempre coerenti con il progetto iniziale. A pochi giorni dall'inaugurazione il clero della chiesa chiese a Piacentini di richiedere al Soprintendente delle Regie Gallerie di Roma, Federico Hermanin, il deposito presso la chiesa di quattro dipinti al fine di sopperire alle esigenze di decoro delle cappelle spoglie. Il carteggio del 4-5 maggio 1934 conferma l'approvazione del Soprintendente che il 7 maggio invia al ministro della Pubblica Istruzione la lista: Sant'Agostino e Sant'Angela Alerici dalla chiesa sconsacrata delle Orsoline, la Sacra Famiglia di Gherardi, da S. Venanzio dei Camerinesi e la Vergine, Bambino e i Santi Francesco e Domenico della scuola del Maratta, da S. Angelo Custode, successivamente sostituito con quello attuale perché ritenuto dal soprintendente "meglio adatto per intonazione e dimensioni" con il luogo di accoglienza. Nel 1936 i dipinti erano già in chiesa. Pur non rientrando nel gusto dell'epoca, più propenso verso opere del Quattro-Cinquecento, i quadri vennero bene accolti dal Piacentini, in particolare quello in esame e la Sacra Famiglia, per il loro classicismo e la gamma coloristica scura, e infatti svolsero, in una prima fase, il ruolo di pale d'altare. Una replica dell'opera, con varianti, è attualmente conservata nella Galleria Corsini di Roma (inv. d. 126). Cfr. Roma, Archivio SBAS, Carteggio Cristo Re. O. Ferrari, G. Scavizzi, Luca Giordano, Napoli 1966, I, p. 480
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200249732
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1990
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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