reliquiario - a busto - ambito viterbese (sec. XV, sec. XVII)
reliquiario a busto,
post 1447 - ante 1463
Il busto della santa poggia su una base ovale che, nella parte anteriore, reca l'iscrizione con l'indicazione della committenza, tra gli stemmi in smalto di Niccolò V e Bartolomeo Vitelleschi. L'iscrizione è interrotta da un medaglione con incisa una scritta a ricordo di un restauro compiuto in epoca posteriore. La santa è raffigurata con i capelli lunghi, sciolti sulle spalle e il busto circondato da un drago raggomitolato su sé stesso. Sul capo indossa una corona
- OGGETTO reliquiario a busto
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MATERIA E TECNICA
argento/ doratura/ cesellatura/ sbalzo
- AMBITO CULTURALE Ambito Viterbese
- LOCALIZZAZIONE MONTEFIASCONE (VT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, grazie alla presenza dei due stemmi sulla base, è collocabile cronologicamente al lasso di tempo compreso tra il 1447, anno di ascesa al soglio pontificio di Niccolò V, e il 1463, data della morte del vescovo Bartolomeo Vitelleschi. Probabilmente a un'epoca posteriore, e precisamente al restauro del 1652, documentato dall'iscrizione nel medaglione centrale, si deve invece l'aggiunta della corona e del drago (L. Mortari, La pittura viterbese dal XIV al XVI secolo, Viterbo 1954, pp. 83-84). Presumibilmente destinato fin dall'origine alla cattedrale di Montefiascone, il reliquiario, esposto per la prima volta a Viterbo nel 1954, è unanimamente ritenuto opera di alta qualità tecnica (L. Mortari, 1954, pp. 83-84; M. Andaloro, in Tesori d'arte sacra di Roma e del Lazio dal medioevo all'Ottocento, catalogo mostra, 1975, pp. 31-32); L. Scalabroni, Oreficerie viterbesi tra gotico e rinascimento, in Il Quattrocento a Viterbo, catalogo mostra, 1983, pp. 379-382) per il modellato della testa e per l'attentissimo gioco chiaroscurale del busto ottenuto con la sapiente fusione degli ornati e delle pietre, che ha suggerito la possibilità di una matrice più pittorica che scultorea per l'orafo che l'ha eseguito (M. Andaloro, 1975, p. 32), certo sensibile agli insegnamenti della scuola senese. (L. Scalabroni, 1983, p. 382). Si tratterebbe comunque di un artista stilisticamente assai maturo e di gran lunga superiore agli autori delle altre opere senesi affini per tipologia e tecnica, quali il "Busto di Santa Caterina" della Biblioteca Comunale di Siena e le teste di Sant'Antonio Abate, Santa Cristina e San Lorenzo dell'Ospedale di Siena (M. Anadaloro, 1975, p. 32)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200210390
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
- ISCRIZIONI base, davanti - CAPVT/ HOC ARGENTE/ VM EXPOLITVM/ET EXORNATVM/ FVIT ANO DOM MDCLII - a incisione - latino
- STEMMI base, primo medaglione a sinistra - papale - Stemma - Vanvitelli Bartolomeo -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0