altare di Bigatti Giovanni, Sperone Alessandro - ambito romano (inizio sec. XVIII, sec. XIX, sec. XIX)

altare, ca 1716 - ca 1719

Mensa d'altare parallelepipeda con fronte decorata a rilievo e affiancata da due alte colonne su plinti dotate di capitelli corinzi sorreggenti un'alta trabeazione a cornici modanate con timpano arcato spezzato. Al centro vi è la pala centinata. I plinti recano stemmi

  • OGGETTO altare
  • AMBITO CULTURALE Ambito Romano
  • ATTRIBUZIONI Bigatti Giovanni (notizie 1742-1744)
    Sperone Alessandro (notizie 1700-1750)
  • LOCALIZZAZIONE Roma (RM)
  • INDIRIZZO Europa, ITALIA, Lazio, RM, Roma, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'altare è collocato nella cappella più grande della chiesa, quella dedicata a S. Michele. Essa appartenne fin dal sec. XVI al Collegio dei Procuratori e fu luogo di riunione degli Uditori della Sacra Rota, degli avvocati concistoriali e della Curia Romana soprattutto in occasioni specifiche come la festa del patrono. Tra il 1716 e il 1719 la cappella venne restaurata e ristrutturata sotto la guida dell'architetto Alessandro Sperone. Tra le fonti d'archivio vi è un documento, redatto forse dallo stesso architetto, in cui si elencano le misure della cappella e anche gli elementi architettonici di arredo. Tra questi ultimi vengono menzionate dieci colonne di marmo, due delle quali erano già posizionate ai lati dell'altare. Si evince che le colonne dell'altare erano già presenti nella cappella prima che si intervenne nella realizzazione del nuovo altare e che in questo vennero mantenute. Secondo le fonti archivistiche, l'altare si colloca intorno agli stessi anni in cui Sperone operò nella cappella cui restituì un nuovo splendore architettonico e decorativo. Interessante è il motivo curvlilineo e concavo del timpano del tabernacolo posto sopra la mensa: tale motivo ritorna spesso nella decorazione della chiesa di S. Eustachio, per esempio nel transetto, nei trofei di frutta e fiori e nell'altare della cappella di S. Giuliano. Per quanto riguarda la pala dipinta, essa è stata attribuita, sempre secondo lo spoglio delle fonti, a G. Bigatti che eseguì l'opera intorno ai primi anni del sec. XIX dato che il pittore, di origine milanese, soggiornò e operò a Roma fino al 1810. Il dipinto è la copia di quello raffigurante S. Michele di G. Reni conservato nella chiesa detta della Concezione o dei Cappuccini. Gli stemmi sui plinti di tali colonne vennero apposti solo nel 1870, quando la cappella passò sotto il patronato del conte Andrea Canali
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200210208A-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1996
    2005
  • ISCRIZIONI lungo l'architrave - QUIS UT DEUS - lettere capitali - a incisione - latino
  • STEMMI sulle fronti dei plinti - nobiliare - Stemma - Canale Pietro, conte - 2 - d'azzurro alla croce patente di rosso, contornata da quattro aquile di nero, sul tutto d'azzurro al cane alato d'argento fissante un sole d'oro, uscente dal cantone destro
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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