Olindo e Sofronia

dipinto,

Il quadro, in pendant con un altro raffigurante Rinaldo e Armida, fa parte di una serie di 4 dipinti di medesimo formato collocati nella stessa sala. La scena, incentrata sul gruppo di Olindo e Sofronia prossimi al martirio e l'incedere di Clorinda a cavallo, si rifà inequivocabilmente ad un'invenzione di Luca Giordano. Rispetto al prototipo sono presenti alcune varianti (spostamento di alcuni personaggi ed inserimento sullo sfondo della città murata), tuttavia lo svolgimento del tema, ripreso dalla Gerusalemme Liberata (II, 14- 54), rimane strettamente aderente alla maniera giordanesca

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Malinconico Nicola (1663/ 1721)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Comunale
  • INDIRIZZO Via Gallia, 13, Alvito (FR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attribuzione al Malinconico avanzata da Maltese (Arte nel Frusinate dal XII al XIX secolo, Frosinone, Palazzo della Provincia, 1961, cat. mostra), che mette in relazione queste tele con altre due, conservate nella chiesa di San Giacomo a Gaeta, di cui una è firmata, è concordemente accettata dalla critica (I. Fadi, La mostra "Arte nel Frusinate", recensione, in "Bollettino d'Arte", 46, 1961, IV, p. 356; O. Ferrari, G. Scavizzi, Luca Giordano, Napoli 1966, vol. II, p. 99). Il Maltese mette in relazione in dipinto con un bozzetto firmato da P. de Matteis (Roma, coll. priv.), mentre Ferrari e Scavizzi rilevano la dipendenza da un modello del Giordano; sia dal dipinto conservato a Genova (pal. Reale), già di proprietà della famiglia Durazzo di Napoli (coll. Canessa). Sembra ragionevole concludere quindi che sia il bozzetto del de Matteis che il dipinto del Malinconico dipendano dall'originale del Giordano eseguito attorno allo scorcio dell'ottavo decennio del sec. XVII. Questa datazione può essere considerata un posto quem per il quadro qui in questione, che comunque non sarebbe stato eseguito oltre i primi anni del '700 quando il Malinconico comincia comincia a mostrare un crescente interesse per la pittura del Solimena. Il Santoro (D. Santoro, Pagine sparse di storia Alvitana, Chieti 1908) riporta un brano di un inventario settecentesco in cui è formulata molto genericamente un'attribuzione al de Matteis, che comunque non sembra poter sostenere un confronto stilistico. Si consulti: TCI Guida d'Italia, vol. XV, Milano 1964, p. 491
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200164106
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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