Rilievo marmoreo di forma rettangolare composto da un frammento antico e da un rilievo risalente al XVII secolo. Il riquadro centrale, con ritratto di defunta davanti al parapetasma retto da eroti, è parte di un coperchio di sarcofago antico. Tale frammento è stato inglobato in un rilievo marmoreo moderno

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • AMBITO CULTURALE Ambito Non Noto
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Mattei di Giove
  • INDIRIZZO Via Michelangelo Caetani, 32, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Lo Zoega, come riportato nell'opera di Matz e von Duhn, definiva questa composizione "pasticcio di molti pezzi disparati presi da almeno cinque monumenti". Le due figure femminili in alto al centro sono definite da Zoega "marito e moglie presi da qualche altro sarcofago"; per Matz sono invece due togati e per von Duhn due figure femminili: anche da un diretto controllo esiste una certa ambiguità in merito; personalmente mi pare che lo scalpellino del XVII secolo volesse comunque rappresentare due coniugi. Per quanto riguarda le due figure maschili sedute in alto, ai lati: l'interpretazione dello Zoega è che "sembrano appartenere unitamente a qualche congiario": più semplicemente credo che si siano voluti rappresentare due filosofi o due poeti. Per la figura femminile in primo piano, che poggia i piedi al centro di una ruota: secondo lo Zoega "era anticamente forse una Nereide o simil figura". La scena nel suo insieme non ha nessun significato. L'acconciatura della defunta al centro del coperchio di sarcofago permette di istituire confronti con le pettinature delle mogli di Elagabalo, Iulia Cornelia Paula e Iulia Aquilia Severa (Wegner in Wiggers - Wegner, tav. 42 d, tav. 43 b, c) e con quelle delle donne della corte di Alessandro Severo e di qualche imperatrice successiva, come ad es. Paolina, moglie di Massimino I (235-238 d.C.). Acconciature simili portano le defunte di un frammento di sarcofago già nel Museo Laterano (Bovini, p. 108, fig. 78) e di un altro sarcofago del Museo Nazionale Romano (Bovini, p. 112, fig. 80), datati agli ultimi decenni della prima metà del III sec. d.C. Si può pertanto assegnare il frammento in esame al ventennio 220-240 d.C. Per quanto riguarda gli eroti che sostengono il parapetasma (sulle varie interpretazioni del simbolismo del parapetasma cfr Becatti 1969, p. 193 ss.; De Vita 1972, p. 59, nota 45; Mc Cann, p. 47, nota 5) va notato che, come nel nostro caso, in un frammento di coperchio di sarcofago del Cimitero di Pretestato gli eroti hanno in una mano una fiaccola (Repertorium, p. 241 s., n. 593, tav. 90); di solito gli eroti reggono con entrambe le mani la cortina (si veda ad esempio il coperchio già Mattei, ora a Villa Doria Pamphilj, in Guerrini 1982, appendice p. 52), oppure con una sola, tenendo nell'altra un cesto (Repertorium, tav. 1, n. 1; tav. 134, n. 833). Un disegno inedito è conservato nella Biblioteca del College di Eton: vol. Bm, 11, fol. 67. Provenienza ignota
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200125691
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DATA DI COMPILAZIONE 1978
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2017
    2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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