Riposo durante la fuga in Egitto

dipinto 1601 - 1625

tela dipinta

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 80 cm
    Larghezza: 100 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Bolognese
  • ATTRIBUZIONI Donducci Giovanni Andrea (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale delle Marche
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo ducale
  • INDIRIZZO Piazza Rinascimento, 13, Urbino (PU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto raffigura la sacra Famiglia di Nazareth mentre sosta in prossimità di un corso d’acqua, insieme a due angeli. Uno di loro ha raccolto dei frutti (probabilmente ciliegie, confrontando il dipinto con soggetti analoghi dipinti dal Mastelletta) aiutandosi con un lembo del proprio mantello e ne porge alcuni a Gesù bambino, tenuto in braccio da San Giuseppe. Maria, in ginocchio, è occupata a lavare alcuni panni nel fiume, e alza amorevolmente lo sguardo verso il bambino. Un secondo angelo emerge da dietro ad una roccia, e sembra aver appena immerso la mano sinistra nell’acqua limpida. La vegetazione in corrispondenza del corso d’acqua è rigogliosa (rocce, cespugli, palme), mentre in lontananza sembrerebbe possibile scorgere il profilo di una città. L’opera viene definita “inedita” nella monografia del Mastelletta redatta dalla Coliva nel 1980, in cui non viene indicata alcuna biografia precedente. Al tempo, il dipinto apparteneva ancora alla collezione privata Volponi, e sarebbe entrato a far parte del patrimonio della GNM solo grazie alla donazione del 1991 (prima donazione Volponi, eseguita da Paolo Volponi in memoria del figlio Roberto). Andrea Giovanni Donducci affronta molte volte, durante la sua carriera, il tema del riposo durante la fuga in Egitto. Questa composizione si inserisce nel filone del paesaggismo nordico, che aveva visto come precursori a Bologna Dosso Dossi, Garofalo e poi Niccolò dell’Abate, e a Roma la presenza del fiammingo Adam Elsheimer (autore di un dipinto del medesimo soggetto nel 1609). La Coliva sottolinea come l’artista focalizzi la sua attenzione sugli elementi anticlassici del paesaggio, in contrasto con le soluzioni indicate nelle lunette Aldobrandini da Annibale Carracci; è a quest’ultimo che guarda comunque il Mastelletta per il recupero di alcuni elementi della pittura veneta, nella resa della pennellate corpose e nella scelta dei toni caldi e dorati. L'opera si colloca in un momento centrale della maturazione stilistica dell'autore. Il Mastelletta, intorno al 1625 ha dipinto due grandi tele per la Cappella dell'Arca in San Domenico a Bologna, divenendo così noto per la cura dei paesaggi e per le figure ben definite
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100368857
  • NUMERO D'INVENTARIO 1990 D 110
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale delle Marche
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2024
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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