portale architravato di Filotesio Nicola detto Cola dell'Amatrice (sec. XVI)

portale architravato, 1539 - 1539

Il portale, di travertino scolpito, al centro della facciata divisa in tre ampie parti da 4 grandi colonne corinzie contro liscie lesene a muro sulle quali s'imposta l'architrave, il fregio ed il cornicione aggettante retto da mensole, consta di 4 liscie lesene in due ordini sovrapposti, con nasi e capitelli ionici sorreggenti il timpano triangolare ed inquadranti l'arco a tutto sesto d'accesso. Mancano le semicolonne laterali

  • OGGETTO portale architravato
  • MISURE Altezza: 1250
    Larghezza: 750
  • ATTRIBUZIONI Filotesio Nicola Detto Cola Dell'amatrice (1480 Ca./ Post 1547): architetto
  • LOCALIZZAZIONE Ascoli Piceno (AP)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il disegno architettonico del portale maggiore della Cattedrale, come dell'intera facciata, la cui fabbrica, avviata nel 1525, si protrasse fino al 1539 ed oltre, tenendo presenti la balaustra di coronamento del 1587 ed altri lavori di rifinitura eseguiti tra il 1575 ed il 1592, è attribuibile, sulla scorta dei documenti, (seppure il Luzi, sulla scorta di un documento del 1592 trasse la convinzione che la facciata non fosse di Cola. E. Luzi, La facciata del duomo, in arte e Storia IV, 1885, pp. 113-114; 123-124), a Cola dell'Amatrice (1480-1550) poichè in un rogito del 14.4.1529 si legge che i lombardi M° Giovanni di Gulglielmo detto Bozo di Cuneo e M° Matteo di Giovanni Mattei di Como si obbligavano a lavorare "secundum modellum et designationem ac ordinem datum et factum super fabrica facciata predicte per magistrum Colam filotesium de Amatrice de Asculo". (G. Fabiani, Cola dell'Amatrice, A.P. 1952, pp. 77-84) il quale, il 12.7.1529 "promisit dictam fabricam facere et curare et laborare una cum eis". I lavori s'interruppero nel 1531 per la morte dei due lombardi e, per mancanza di fondi proseguirono a rilento (nel frattempo cola si allontanava da Ascoli) poichè ancora nel 1538, si apprende ch ei canonici vendettero una proprietà a Maltignano "pro fabrica incepta porte principalis eccl. s. Marie majoris" ed il cui ricavato venne impiegato "in opere et fabrica porte principalis dicte Majoris Eccl. Incepta et nondum finita", finchè nel 1539 affidarono al lombardo M° Giovanni Maria di M° Bernardino del Cioch il compito di "facere, fabricare et ad finem et complementum perducere facciatam novam dicte ecclesie". Portale che in tale anno doveva essere quasi ultimato poichè sul portone ligneo si legge, come data d'inaugurazione della chiesa, la data 14.11.1539 anche se, come risulta allo stato attuale, rimase incompiuto. Le forme architettoniche di questo assieme non hanno mai raccolto il favore della critica tranne poche ed isolate lodi sciovinistiche degli storici locali come il Lazzari (Ascoli in prospettiva, A.P. 1724, pp. 9-11), l'Orsini (Descrizione.., Perugia 1790, pp. 2-4) ed il Fabiani (Cola dell'Amatrice, A.P. 1952, pp. 77-84) che lo definì iperbolicamente un'anticipazione della maderniana facciata di S. Pietro a Roma, sia il Carducci (Su le memorie..., Fermo 1853, p. 67) stigmatizzante le "smodate masse, i goffi profili, un colossale grevismo, arbitrii, fantasie disgraziatissime", il Mariotti (Ascoli Piceno, Bergamo 1913, pp. 120-122), la Flaiani (Le fabbriche di Cola dell'A. nelle Marche, in Rass. Marchigiana IX, 1930/31, pp. 240-244) che oltretutto formulò un confronto poco calzante con riferimenti albertiani che Cola avrebbe potuto esemplare dal Tempio malatestiano di Rimini, il Serra (L'Artenelle Marche, Roma 1924, pp. 89-90) che argomentava di un'aspirazione verso la grandezza classica seppur il risultato finale era di "una glacialità piuttosto squallida ed inanimata" "scarso senso della misura e povertà di gusto" e di forme "disegnate con mano grave", il Venturi (Storia dell'Arte Italiana, XI, I, Roma 1938, pp. 898), il Slami (Prolusione inaugurale, Atti XI Cong. St. Architet.1959, Roma 1965, p. 39) che definì Cola "modesto" per questa sua opera "ritardataria e stentata", tutti risultano aver espresso un giudizio negativo. In ogni caso va detto, ricordando che lo schema architettonico ascolano reitera in chiave minore il contemporaneo S. Bernardino dell'Aquila, che Cola, come giustamente ha osservato il Leporini (L'architettura dei maestri Vaganti ai Giosafatti, A.P. 1973, p. 68), fu condizionato dai due campanili preesistenti cui dovette "adattare" la propria composizione, così come si deve tener conto degli "adattamenti" causati dal protrarsi del cantiere
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100254522
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • DATA DI COMPILAZIONE 1977
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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