Madonna con Bambino e Santi

polittico,

Polittico composto da dodici scomparti disposti in due ordini, su fondo dorato, suddivisi da colonnine tortili sormontate da piccoli capitelli, due due quali mancanti. Nell'ordine inferiore al centro, Madonna con Bambino tra angeli; quattro altri scomparti più piccoli, due a destra e due a sinistra del centrale, contengono i santi Leopardo,San Nicola di Bari, Caterina d'Alessandria e Antonio abate. L'ordine superiore ha la centro una cimasa a trittico con Cristo crocifisso, e ai lati Madonna, San Giovanni; a sinistra della cimasa San Fiorenzo, San Vittore; a destra San Vitaliano, San Benvenuto

  • OGGETTO polittico
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • LOCALIZZAZIONE Osimo (AN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra gli storici e studiosi osimani antichi, solo Compagnoni (1782, III, 309, nota II) cita questo polittico, affermando che esso adornò per lungo tempo l'altar maggiore del Duomo, da dove fu rimosso nel 1547 e trasferito nella "camera del capitolo" quando fu sostituito da quello di G. Battista Franco che non si sapeva dove collocare (Compagnoni, IV, 84-85). Durante il vescovato di Pietro IV di Fano, la sacrestia della cattedrale si incendiò causando la perdita di numerosi documenti; questa pertanto una delle cause del silenzio delle fonti insieme alle vicende politiche osimane. Di quegli anni sono inoltre mancanti i volumi delle Riformanze, mentre la raccolta di atti notarili ha inizio, nell'archivio comunale, qualche anno più tardi. A. Ricci, il quale non nomina questo polittico, nelle sue "Memorie storiche delle arti, vol. I, Macerata 1834, chiama Pietro da Recanati l'autore del polittico firmato e datato 1422 che, già nella sacrestia di S. Vito di Recanati, si conserva nella Pinacoteca di quella città. Recanatese è considerato anche da A. Venturi, da L. Serra e da molti altri. Gnoli (1922), delineando la fisionomia di un pittore toscano di origine, veneto di formazione, operante nelle Marche, afferma che l'autore del polittico di Recanati e quel Pietro da Montepulciano autore della tavola firmata e datata 1420 con l'Incoronazione della Vergine, già dei Camaldolesi di Napoli, e ora al Metropolitan Museum di New York sono lo stesso pittore, e ricorda che "fu già indicato" come opera sua il polittico di Osimo e quello della collegiata di Potenza Picena. In seguito (1927) Longhi attribuisce a Pietro da M. Incoronazione della Vergine della raccolta Kress, indicandone le ascendenze venete e sanseverinati. Berenson (1936) aggiunge al catalogo di Pietro alcune opere tra cui Madonna della Misericordia di Cherbourg; altri apporti vengono poi da A. Venturi (Inocoronazione della Vergine, Montecassino), L. Venturi (piviale istoriaro, Duomo di Recanati), P. Rotondi (affreschi della volta di un'edicola nel monastero di S. Nicolò di Osimo). Infine Patrizi (1954) assegna a Pietro un affresco Madonna con Bambino tra angeli a Santa Maria di Castelnuovo di Recanati. Opere certe di Pietro (firmate e datate) sono la tavola del Metroplitan Museum (1420), il polittico della Pinacoteca di Recanati (1422). Questa di Osimo, datata 1418, ma non firmata, rappresenterebbe pertanto un'opera precedente. A distanza di due anni, l'evoluzione del pittore sarebbe molto evidente, come ha scrive F. Rossi (1968) che indica nel polittico di Osimo "la prima opera certa di Pietro".Vi nota inoltre il momento fabrianese-veneto (Allegretto Nuzi, Jacobello del Fiore); del secondo dipinto riconosce il momento del venetismo più sentito anche se "mediato e cordialmente provincializzato"; nel terzo ravvisa il momento gotico alla Salimbeni (è ciò che sosteneva anche Rotondi, 1936), sottolineando però la differenza tra lo spirito "mistico" di Pietro e quello "episodico" dei Salmibeni. Sia F. Rossi che A. Rossi (1971) mettono in evidenza la brevità dell'arco di tempo in cui sono comprese le opere di Pietro. P. Cantori (1975-76) ha sottolineato la marchigianità avanzando l'ipotesi che la sua patria potrebbe essere la contrada di Filottrano che si chiama appunto Montepulciano. Mentre nel Dizionario Bolaffi (1975) l'opera è definita firmata, una delle tante inesattezze che accompagnano la critica di Pietro, l'analisi di Rossi è esatta: sottolinea la formazione fabrianese di fondo nella quale si innestano piacevolezze venete, anche se non ben assimilate. Il colore non ha infatti ancora la vivacità che avrà in seguito, se consideriamo della stessa mano questo polittico e la tavola del Metropolitan. Ma non è trascurabile un certo goticismo in un'opera che denuncia uno spirito più marchigiano che toscano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100250978
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona e Pesaro e Urbino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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