natura morta con cacciagione

dipinto, 1725 - 1749

Animali: cani; volatili; lepri. Paesaggi: paesaggio con alberi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Civici
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Mazzolari Mosca
  • INDIRIZZO via Rossini, 37, Pesaro (PU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, inedito, sembra di buona qualità nonostante ampie ridipinture al centro. In basso spostata a destra emerge una sigla che si direbbe autentica, all'esame con la lampada di Wood e che è interpretabile con le lettere E intrecciata ad una C ed una F oppure una T. In ogni caso tale sigla potrebbe essere identificata come la firma dell'autore e invaliderebbe l'attribuzione Galluppi a Lorenzo de Caro. Un altro elemento ostacola l'ipotesi Galluppi: di Lorenzo De Caro non sono noti esemplari di natura morta, la cui produzione, è, invece, ben attestata per l'altro De Caro, pittore napoletano anch'egli, cioè Baldassrre. Se non contravvenisse la sigla, la natura morta pesarese si potrebbe ascrivere, su base stilistica, alla produzione di "cacciagioni" di Baldassarre. Il soggetto, vicino a certo animalismo fiammingo seicentesco, sarebbe assimilabile ad un dipinto conservato presso i Musei Civici di Pesaro, firmato con la consueta sigla a iniziali intrecciate: "Volpi nel Pollaio " (inv. Generale Polidori n. 1005, proveniente dalla Collezione Mosca) che Cottino ascrive al secondo decennio del '700, ad una fase, quindi, giovanile. D'altra parte la composizione corrisponderebbe bene alle tele di De Caro conservate presso la Pinacoteca D'Errico di Matera. Qui, come nelle tele materane, la costruzione è subordinata alla direzione della luce lungo la diagonale che trova il suo culmine nel bianco pelame della lepre, mentre all'assemblaggio delle prede fa da sfondo un paesaggio appena rischiarato nell'angolo in alto a sinistra da una luce rosata. Ugualmente lo stile del dipinto pesarese è vicino a quello più maturo di De Caro, più greve, appartenente alla fase posteriore alle composizioni di fiori, caricato di colori più scuri e di ombre dense, secondo la linea più corrente della pittura napoletana intorno al 1720-1730 che faceva capo a Francesco Solimena. In questo stile De Caro realizzò tutte le ben note scene di cacciagione, gradite un tempo alla borghesia emergente e a diversi esponenti dell'aristocrazia, come il duca Maddaloni, e tuttora numerose tra le collezioni private e il mercato antiquario
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100205984
  • NUMERO D'INVENTARIO inv. n. G.2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Regione Marche
  • DATA DI COMPILAZIONE 2003
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2003
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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