incredulità di San Tommaso

dipinto, 1690 - 1699

Personaggi: Cristo; San Tommaso. Figure: apostoli. Elementi architettonici: colonna

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Venanzi Giovanni (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Civici
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Mazzolari Mosca
  • INDIRIZZO via Rossini, 37, Pesaro (PU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La dimensione ridotta, il formato, il raffinato intaglio a giorno della cornice in legno dorato - che riproduce un tralcio vegetale con foglie e fiori dai larghi petali- all'interno della quale è inserito un velluto porpora che mette in risalto il motivo decorativo, nonchè la scelta di un episodio evangelico che si prestava in particolar modo alla meditazione personale su uno dei momenti cruciali della parabola cristologica, indicano che il dipinto era originariamente destinato alla devozione privata. L'episodio dell'Incredulità dell'apostolo Tommaso, tratto dal Vangelo di Giovanni, é raffigurato secondo l'iconografia canonica del soggetto. In primissimo piano le figure di Cristo, che indica con la mano all'apostolo la ferita nel costato, e Tommaso che con espressione sconvolta e attonita inserisce l'indice all'interno della piaga. Assistono alla scena sei apostoli, due dei quali in primo piano ossevano da vicino sbigotitti, gli altri quattro assiepati nel fondo. Una serie di stringenti confronti consentono di accostare con sicurezza il dipinto in esame alla tarda produzione pittorica del pesarese Giovanni Venanzi, formatosi alla scuola di Guido Reni e di Simone Cantarini. In particolare due dipinti (La lavanda dei piedi e La Maddalena ai piedi di Cristo) di proprietà dei Musei Civici di Pesaro e attualmente in deposito presso il Palazzo Ducale della stessa città, attribuiti al Venanzi, forniscono validi elementi di confronto (Calegari, 1993). Affini sono i tipi fisionomici, memori degli esempi della pittura emiliana post-reniana; in particolare si analizzino la morfologia delle fronti e dei nasi piuttosto pronunciati. Identica é la resa, peraltro piuttosto sommaria, dell'anatomia dei corpi, caratterizzati da membra allungate; quella delle mani, poco accurate e dalle dita lunghe ed affusolate. Il panneggiare ampio, di stretta osservanza classicista e la composizione affollata, con figure assiepate che impediscono una corretta percezione della profondità spaziale, sono comuni al dipinto in esame e ai due sicuramente attribuiti al Venanzi. Nei tre dipinti sono inoltre determinanti per stabilire la comune autografia, le affinità riscontrabili nella gestualità enfatica dei personaggi e nella ricerca di espressività dei volti, privi tuttavia di spessore psicologico e piuttosto indifferenziati nella resa. La cronologia del dipinto è situabile sullo scorcio del Seicento, per l'uso di una tavolozza schiarita che prelude alla pittura settecentesca e alle lievi tonalità del rococò
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100205409
  • NUMERO D'INVENTARIO inv., n. I.P.1172
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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