stipo - bottega italiana (fine, seconda metà sec. XVII, sec. XIX)

stipo, 1690 - 1699

Lo stipo poggia su quattro piedi a cipolla schiacciata e presenta sul fronte dieci cassetti con otto bocche per serrature in bronzo dorato disposti ai lati di una nicchia centrale con cassetto ornata ai lati da due cariatidi in bronzo dorato

  • OGGETTO stipo
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ doratura
  • MISURE Profondità: 29
    Altezza: 49.5
    Larghezza: 79
  • AMBITO CULTURALE Bottega Italiana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Civici
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Mazzolari Mosca
  • INDIRIZZO via Rossini, 37, Pesaro (PU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Lo stipo inteso come un mobile con cassetti e nicchie funzionale a contenere oggetti preziosi o da toelette e da scrittoio esiste come elemento d'arredo sin dall'antichità, è presente nel Medioevo e nel Rinascimento, ma è solo nel Cinquecento che, utilizzato anche come scrittoio (dalla cui funzione deriva il nome di 'studiolo' che spesso si incontra nei documenti antichi) assume la forma di un vero e proprio mobile con sportelli e cassetti: da forziere o scrittoio spesso rivestito in pelle e fornito di maniglie laterali per essere trasportato, si trasforma in arredo fisso. Da questo momento sarà presente in ogni dimora sia appoggiato a tavoli da parete che fornito di un proprio sostegno e per soddisfare la crescente richiesta di tali arredi le botteghe artigiane italiane cominciarono a specializzarsi nella loro realizzazione in diversi materiali approdando ad una tipologia d'arredo sempre più complessa e sfarzosa, soprattutto nella Firenze governata dai granduchi medicei, con forme monumentali e di impianto fortemente architettonico, caratteristica che sarà tipica della maggior parte degli stipi eseguiti durante il Seicento che derivavano la propria struttura da quella delle facciate dei palazzi o delle chiese. Concepiti in forma di elaborate strutture, presentavano al loro interno scenografici fondali con complicati congegni di apertura ed erano per lo più sorretti da mensoloni intagliati o da varie figure attegiate in linea col diffondersi del gusto barocco. Con il diffondersi del rococò e, in seguito, del neoclassicismo, gli stipi cominciano a scomparire dagli arredamenti d'interni perchè la nuova moda, ricercando mobili confortevoli e dalle dimensioni ridotte, prediligeva piccoli scrigni o scrittoi dalle forme avvolgenti, per conoscere un nuovo successo nel corso dell'800 (tesori collezione, 1998). Lo stipo in esame, databile alla fine del Seicento, è stato restaurato nella seconda metà dell'800 quando venne rifatta tutta la struttura esterna. Ai lati della nicchia centrale, che verosimilmente in origine ospitava una statuetta, vi sono due cariatidi di bronzo dorato che presentano analogie stilistiche con quelle di un simile arredo conservato nelle Civiche Raccolte d'Arti Applicate di Milano e acquistato sul mercato antiquariale nel 1893 (tesori collezione, 1998). Relativamente all'acquisizione del pezzo da parte dei Musei Civici di Pesaro si è scelto di indicare genericamente come terminus post quem l'anno di morte della marchesa Vittoria Toschi Mosca (1885), anche se si segnala che fin dal 1877 l'illustre cittadina stilò un testamento in cui lasciava alla città il Palazzo Mazzolari da lei acquistato per collocarvi la propria collezione artistica con l'obbligo espresso di stabilirvi subito un pubblico museo rivolto alla studiosa gioventù (Barletta C.-Marchetti A., 1994)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100205358
  • NUMERO D'INVENTARIO inv., n. I.G.0245
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • DATA DI COMPILAZIONE 2003
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2003
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1690 - 1699

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE