pendola da tavolo - bottega romana (seconda metà sec. XVIII)

pendola da tavolo, 1750 - 1799

Pendola da tavolo con cassa in legno intarsiata in osso e avorio poggiante su due piedini a virgola nella parte anteriore e ondulata sui fianchi. Il fronte, impreziosito da decorazioni in rame dorato, presenta un quadrante in metallo smaltato bianco con ore in numeri arabi in nero. La cornice di piccole proporzioni cesellata in bassorilievo trattiene il quadrante con quattro bulloni

  • OGGETTO pendola da tavolo
  • MATERIA E TECNICA Avorio
    legno/ intaglio/ intarsio/ doratura
    OSSO
    rame/ doratura
    SMALTO
  • AMBITO CULTURALE Bottega Romana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Civici
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Toschi Mosca
  • INDIRIZZO Piazza Toschi Mosca, 29, Pesaro (PU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel XVII secolo si ha un'importante svolta nell'orologeria con l'invenzione del pendolo le cui oscillazioni di tipo isocrono ne fecero il primo vero e proprio organo regolatore dell'orologio, un'applicazione che aprì la strada alla cronometria di precisione. Galileo Galilei aveva teorizzato intorno al 1636 le leggi che davano luogo all'isocronismo delle oscillazioni del pendolo, ma fu lo scienziato olandese Christiaan Huygens, circa vent'anni dopo, a ideare il sistema che ne consentiva l'utilizzo fino alla realizzazione, nel 1658, del primo modello di strumento del tempo a pendolo, costruito dal suo collaboratore Salomon Coster. Da quel momento e per tutto il XVIII secolo si sviluppò una nuova tipologia di orologi d'uso domestico che venivano collocati su diversi piani di appoggio ed erano costituiti da casse di medie dimensioni (generalmente l'altezza era di 40-50 cm.) al cui interno funzionavano meccanismi con scappamenti per lo più a verga regolati dal pendolo. Spesso oltre alle misurazioni del tempo c'erano altre indicazioni come calendari, sveglie e suonerie al passaggio oppure a richiesta. Caratteristica costante era l'uso del legno per la realizzazione delle casse che venivano poi decorate con lastronature in tartaruga, ebanizzazioni, intarsi, intagli o applicazioni di fregi in metallo dorato per ottenere fisionomie che dalle più semplici arrivavano a raffigurare vere e proprie strutture architettoniche. Per quanto riguarda i quadranti solitamente le pendole da mensola utilizzavano piastre di metallo variamente lavorate, sulle quali era applicata una fascia oraria con incise le indicazioni del tempo. La pendola in esame va inserita in una produzione tipicamente italiana particolarmente influenzata nel corso del '700 dal gusto francese: affinità sono riscontrabili ad esempio con una pendola da mensola realizzata a Roma nella seconda metà del XVIII secolo analogamente caratterizzata da una cassa ondulata sui fianchi e decorata con ricche applicazioni in bronzo dorato (Negretti-De Vecchi, 1993). Relativamente all'acquisizione del pezzo da parte dei Musei Civici di Pesaro si è scelto di indicare genericamente come terminus post quem l'anno di morte della marchesa Vittoria Toschi Mosca (1885), anche se si segnala che fin dal 1877 l'illustre cittadina stilò un testamento in cui lasciava alla città il Palazzo Mazzolari da lei acquistato per collocarvi la propria collezione artistica con l'obbligo espresso di stabilirvi subito un pubblico museo rivolto alla studiosa gioventù (Barletta C.-Marchetti A., 1994)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100205350
  • NUMERO D'INVENTARIO inv., n. I.G.2370
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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