veduta con tempio

fermacarte, 1790 - 1799

Su una base di marmo venato è poggiata una piccola placca di ardesia sulla quale è incastonato un ovale costituito da minuscole tessere colorate raffiguranti un tempio

  • OGGETTO fermacarte
  • MATERIA E TECNICA ARDESIA
    marmo venato
    pietra/ mosaico minuto
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Romana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Civici
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Toschi Mosca
  • INDIRIZZO Piazza Toschi Mosca, 29, Pesaro (PU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Leggendo l'Inventario Generale del Museo Mosca redatto da Eraclio Vitaliano Turrini nel 1934 si evince che nella sala numero 6 erano radunati i più preziosi tra i manufatti di piccole dimensioni, elencati come oggetti in avorio, osso, madreperla e metallo. A questo nucleo appartenevano alcuni mosaici minuti come la `Veduta con tempio` in esame (probabilmente da identificare con l'esemplare citato nell'inventario con la dicitura `rovine romane`), uno dei tre della collezione conservati rispetto agli otto pezzi riferibili a questa tipologia citati nell'inventario. Il mosaico minuto è un genere che fu reintrodotto dall'antico nella prima metà del 1700 a Roma, nell'ambito dello Studio Vaticano per il mosaico dove, intorno agli anni '30, era stata messa a punto la realizzazione di smalti filati, cioè lunghe bacchette di vetro colorate che potevano essere ridotte in segmenti di varie dimensioni dai quali si traevano le minuscole tessere. I soggetti profani, che in seguito furono i più diffusi, furono introdotti solo in un secondo momento, intorno alla fine del '700, ed erano destinati alla decorazione di vari oggetti d'uso come gioielli, tabacchiere, oppure d'arredamento, come scatole o pressacarte, come l'oggetto in esame. Tra i soggetti più ricorrenti di questa produzione vanno sicuramente ricordate le cosiddette `Colombe di Plinio`, di cui la marchesa Mosca possedeva un esemplare che si conserva tuttora come una riedizione incastonata in un portapenne da scrittoio (Gonzàles Palacios A., 1988; Dolcini L., 1995). La varietà dei pezzi all'interno della collezione Mosca attesta un eclettismo che ad evidenza non sottende un'idea collezionistica precisa indirizzata al reperimento di opere omogenee per epoca e stile, ma risulta una aggregazione casuale di frammenti archeologici, sculture decorative in marmo o legno, piccoli manufatti di metallo e pietre preziose, stucchi, gessi dal XVI al XIX secolo, acquistati probabilmente sul mercato antiquariale tra Marche e Roma, essendo la maggior parte delle opere riconducibili stilisticamente a queste aree geografiche del centro Italia, manufatti diversi riuniti però in vista della conoscenza e della promozione delle arti applicate tenendo presente che la quantità dei pezzi corrispondeva al preciso intento di trasformare la collezione in una sorta di catalogo consultabile da artisti, artigiani e amanti dell'arte per l'arricchimento della cultura e del gusto. (Sisi C., 1995). Relativamente all'acquisizione del pezzo da parte dei Musei Civici di Pesaro si è scelto di indicare genericamente come terminus post quem l'anno di morte della marchesa Vittoria Toschi Mosca (1885), anche se si segnala che fin dal 1877 l'illustre cittadina stilò un testamento in cui lasciava alla città il Palazzo Mazzolari da lei acquistato per collocarvi la propria collezione artistica con l'obbligo espresso di stabilirvi subito un pubblico museo rivolto alla studiosa gioventù (Barletta C.-Marchetti A., 1994)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100142465
  • NUMERO D'INVENTARIO inv., n. I.G.2569
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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