gonfalone della Beata Colomba

dipinto,

Stendardo processionale rettangolare con cornice lignea intagliata e dorata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a tempera
    legno/ doratura/ intaglio
  • ATTRIBUZIONI Giannicola Di Paolo (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1494 un'epidemia di peste si diffuse in tutta Italia, colpendo anche Perugia. Fu così che "... i cittadini risolsero di comune consenso di implorare l'aiuto della Beata Colomba." La monaca domenicana consigliò che venisse fatto eseguire un gonfalone da portarsi in processione attraverso la città per tre giorni. In un primo momento, per il timore che in questo modo la pestilenza potesse dilagare ulteriormente, fu impedita la realizzazione dello stendardo. Ma le insistenze della Beata fecero sì che si procedesse alla messa in opera. Boarini citando "il libro del Magistrato" incaricato di farlo eseguire, ci da' notizia della somma che fu spesa in tale occasione: "exepensa pro Vexillo... que est florenorum viginti ad rationem triginta sex bolenorum pro quolibet floreno." Le antiche fonti non danno notizia però sull'autore del gonfalone. Neppure gli altri eruditi locali danno indicazioni a tal proposito. Si deve giungere al 1872 quando Guardabassi la menziona come opera di scuola perugina. All'inizio del Novecento Bombe, concordando con Guardabassi, avanza l'ipotesi che autore dello stendardo sia Giannicola. Tale attribuzione ripresa anche dallo Gnoli, è accettata da tutta la critica successiva. Se effettivamente il gonfalone si deve alla mano di Giannicola, questa sarebbe una delle sue primissime opere, quando ancora il pittore si muoveva sotto la diretta influenza del Perugino. Lo schema compositivo dell'opera è quello tradizionale dei gonfaloni umbri con Cristo che scaglia le frecce e il popolo orante che si rivolge a lui attraverso la Madonna e i santi. In basso è una veduta della città che riproduce fedelmente la realtà topografica ed urbana di Perugia anteriormente agli interventi farnesiani; da sinistra a destra la chiesa di San Domenico, il colle Landone prima della costruzione della Rocca Paolina, il Palazzo dei Priori, il colle di Porta Sole, il campanile di Santa Maria Nuova nelle sue forme pre-alessiane e quello della chiesa di Sant'Agostino. Il dipinto quindi concepito da un lato come glorificazione dell'ordine domenicano, al quale la stessa Colomba appartenne, intende celebrare, dall'altro la città dei Baglioni fedelmente riprodotta nella parte inferiore. Appaiono quasi del tutto illeggibili i sette busti dei santi entro clipei della grisaille dipinta intorno alla scena principale; si distingue chiaramente al centro a sinistra San Pietro martire e la colomba dello Spirito Santo al centro in alto; superiormente probabilmente due profeti con cartiglio; tre santi domenicani di cui uno a destra con piccola chiesa in mano; in basso alcentro un santo in abito bianco (San Girolamo?). Ricorda inoltre Siepi che il Gonfalone, fino al Sec. XVIII si trovava nella Cappella del Voto della navata destra. Si segnala inoltre una richiesta di finanziamenti del 1891 per restaurare il dipinto, ma non sappiamo se ebbero luogo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000076426
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
  • ISCRIZIONI al centro - PARCE DO / MINI ET PARCE / POPULO TUO -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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