Cristo redentore benedicente

dipinto, ca 1190 - ca 1210

La tavoletta del Redentore, a fondo ribassato, è dipinta a tempera rialzata con velature a vernice con copertura di lamina d'argento dorato. La superficie della tavoletta in cui il Cristo Redentore protende dal basso, è lavorata a filigrana con voluta foliata e a filo di ritorto decorando la cornice sui quattro lati. Decorazioni di motivi vegetali ornano l'aureola bombata e la copertura del libro, visibili sono le perle e le pietre semipreziose incastonate di colore rosso bruno e turchese

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno di cedro/ sagomatura, pittura a tempera, doratura
    argento/ filigrana/ doratura
    pietre artificiali
  • MISURE Altezza: 16 cm
    Larghezza: 9 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneziano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Priori
  • INDIRIZZO Corso Pietro Vannucci, 19, Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavoletta, conservata nella stessa teca del Reliquiario di Sant'Alò, presenta un'iconografia del Cristo Redentore benedicente ancora legata alla tradizione bizantina, sottolineata dai tratti pittorici in cui è resa la fisionomia del volto. Nella stesura del volto si accompagnano linearismi di stile tardocommeno a forti lumeggiature bianche, tanto da supporre un'attribuzione alla pittura bizantina (Fausti, 1927 n. 5; 1933, p. 6) o alla pittura bizantineggiante del XII - XIII sec., confermata dal Garrison al XIII s ec. (1949, p. 50 n. 50). L'artista della tavoletta è contraddistinto dall'evidente bizantinismo formale ascrivibile all'ambito veneziano databile a cavallo tra il XII e il XIII sec., come emerge da miniature coeve. Una tradizione locale la vuole come dono fatto dal Cardinale Ugolino (Papa Gregorio IX) a sua nipote Ugolina, badessa del convento di San Paolo. All'inizio del settecento la tavoletta era inclusa in un ostensorio, ora perduto (Marangoni,1747 pp. 148-149: in questo scritto viene indicata la specia legnosa del manufatto, che sarebbe legno di cedro). Toscano (1953, pp. 99-102; 1963, p.6) ci informa che successivamente fu inclusa in un'altro reliquiario, ancora esistente nel Monastero di Sant'Alò, d'argento con quattro reliquie. Toscano (2007, p. 157), quando parla di rapporti diretti tra Bisanzio e Spoleto, annovera anche l'icona "minuscola e preziosa" già in San Paolo inter vineas. La storia del corpus del Reliquiario di Sant'Alò risale all'epoca di Gregorio IX eletto Papa nel 1227 che riconsacrò la chiesa delle benedettine (San Paolo Inter Vineas) e fece loro dono di preziose reliquie, custodite poi nel Crocifisso e nelle tavolette che seguirono poi le religiose nei loro trasferimenti successivi (a Sant'Agata nel 1396, poi a Sant'Ansano, quindi nel 1885 a Sant'Alò). Negli anni sessanta il Comune di Spoleto si interessò all'acquisto di tutto il gruppo anche perché il trasferimento delle monache benedettine dal monastero di Sant'Alò a quello di Santa Lucia di Trevi comportava l'allontanamento da Spoleto dei preziosi manufatti; vengono acquistati dal Ministero della Pubblica Istruzione il 5 Ottobre 1973 e successivamente collocati nella Galleria Nazionale dell'Umbria; nel 1982 vennero infine depositati alla Pinacoteca Comunale di Spoleto e, dopo un passaggio nel palazzo Rosari Spada, immessi nel 2007 all'interno del percorso museale dell'appena costituito Museo della Rocca Albornoziana
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000017272
  • NUMERO D'INVENTARIO 1079
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • ISCRIZIONI al di sotto della stessa decorazione - IC XC - capitale - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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