figura maschile
scultura,
ca 1473 - ca 1476
Agostino Di Duccio (attribuito)
1418/ ante 1498
Rilievo in pietra caciolfa raffigurante una figura acefala vista di tre quarti, cui doveva affrontarsi un personaggio perduto, del quale rimane solo una mano posta sul fianco dell'altra
- OGGETTO scultura
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ATTRIBUZIONI
Agostino Di Duccio (attribuito): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Priori
- INDIRIZZO Corso Pietro Vannucci, 19, Perugia (PG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il rilievo, insieme ad altri frammenti di stessa collocazione, doveva far parte della decorazione della facciata della Maestà delle Volte, eseguita da Agostino di Duccio a partire dal 1475. La costruzione dell’oratorio fu strettamente legata all’immagine a fresco, raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi Lorenzo, Ercolano e Cristoforo, oggi conservata nel Museo Diocesano, che il Comune di Perugia aveva stabilito di far eseguire nel 1297 forse per recuperare un’area urbana degradata. L’immagine divenne oggetto di grande devozione, tanto da farvi erigere fin dal 1335 una Cappella. Nel XV secolo il Comune di Perugia e l’ordine servita si adoperarono per migliorarne la funzionalità e l’aspetto fino a chiamare lo stesso Agostino di Duccio, già attivo in città nell’oratorio di San Bernardino (1457-1461), nella cappella di San Lorenzo in San Domenico (1459) e nella porta di San Pietro (1473). Grazie al rinvenimento dell’atto di allogagione stipulato tra Agostino di Duccio e il Comune di Perugia datato nel 1475 si è fatta luce sulla esecuzione della grande impresa dello scultore per la Maestà delle Volte. Un’impresa che, tuttavia, ebbe vita breve, in quanto a seguito dei gravi danni arrecati alle strutture della chiesa da un incendio nel 1536, la facciata venne demolita nel 1566 e ricostruita su disegno di Bino Sozi. Da questo momento iniziò la dispersione dei vari frammenti, il cui recupero prenderà avvio solo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento grazie all’attento lavoro di Mariano Guardabassi e Adamo Rossi. Il frammento in esame entrò in Galleria nel 1920 dai Musei Comunali dove giunse prima del 1880; anteriormente a questa data è ricordato nella parrocchiale di Casaglia, presso Perugia (cfr. Garibaldi, 2015, pp. 575-589 con bibliografia precedente)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000017090
- NUMERO D'INVENTARIO 885
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0