Trittico Marzolini. Madonna con Bambino in trono, storie della vita e della Passione di Cristo
tabernacolo,
ca 1270 - ca 1274
Maestro Del Trittico Di Perugia (attribuito)
notizie seconda metà sec. XVIII
La tavola centrale cuspidata è costituita da tre assi, con il mediano di dimensioni maggiori, uniti mediante perni in legno e tre traverse ancorate sul retro; gli sportelli laterali, agganciati mediante perni alla tavola centrale, sono costituiti da un unico asse
- OGGETTO tabernacolo
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MISURE
Profondità: 10 cm
Altezza: 211 cm
Spessore: 6,6 cm
Peso: 63 cm
Larghezza: 172 cm
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ATTRIBUZIONI
Maestro Del Trittico Di Perugia (attribuito): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Priori
- INDIRIZZO Corso Pietro Vannucci, 19, Perugia (PG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tabernacolo, in forma di trittico, pervenne in Galleria dopo il 1910 come deposito del convento di sant'Agnese di Perugia, dove era conservato da almeno un secolo. Non esistono fonti documentarie che possano individuare l'originaria ubicazione, tuttavia, recentemente Scarpellini (1987, pp. 138-142; 1994, pp. 68-72) ha ritenuto di localizzare il luogo di provenienza del dipinto nella chiesa templare di san Bevignate a Perugia. Lo studioso così si esprime: "Nella Presentazione al Tempio, sulla tovaglia d 'altare, spicca una croce a forcella di colore rosso che è una tipica croce templare (ve ne sono di simili in san Bevignate). E la presenza di tale motivo in quella scena (ove viene rappresentato per l'appunto l'antico tempio di Salomone a Gerusalemme, cioè il luogo ove i templari si accasarono subito dopo la fondazione dell'Ordine e da cui presero il nome), non può essere una semplice coincidenza. Insomma tutto induce a pensare che il trittico venisse realizzato su commissione dei templari e che fosse originariamente destinato alla chiesa suburbana di san Bevignate di Perugia, fondata nel 1256, dove l'antico, intatto altare è di misure giuste ad accogliere l'opera" (1994, pp.70-71). Nella letteratura locale tra Ottocento e Novecento non si coglie alcuna traccia relativa all'opera in esame (molto probabilmente perché conservata in un monastero di clarisse); la prima apparizione del tabernacolo fu nella mostra sull'antica arte umbra del 1907, dove il dipinto figura come proprietà di monsignor Marzolini; tuttavia essa era certamente nota nell'ambiente artistico locale degli ultimi due decenni del XIII secolo, essendo, la Madonna con il Bambino, citata in uno degli affreschi in san Matteo degli Armeni. La conoscenza della cultura mediorientale in particolare armena da parte di un pittore occidentale, autore del tabernacolo, potrebbe spiegarsi oltre che con la committenza templare, anche con l'influenza esercitata da alcune miniature presenti nel gruppo più antico dei corali di san Domenico, conservati presso la Biblioteca Augusta di Perugia e databili negli anni settanta (Scarpellini, 1979, p. 226). Riflessi dell'arte sinaitica vengono colti anche da Pace (1982, pp. 245-269; 1984, p. 293; 1986, pp. 336-337; 1993, pp. 79-81), che punta l'attenzione sulla colonia armena, insediatasi in san Matteo a Perugia fin dall'ottavo decennio del XIII secolo, la quale nel 1279 ricevette in dono numerosi libri dalla Cilicia. Un termine ante quem di datazione è posto da Todini (1982, pp.171, 174, 226; 1982, p. 189; 1986, pp. 379-380; 1989, p. 203) che vede nella Crocifissione miniata nel messale n. 8 dell'Archivio capitolare del Duomo di Assisi, datata 1273, precisi riflessi dal cosiddetto Trittico Marzolini. Per quanto riguarda le due figure sulla fronte esterna degli sportelli, le indagini condotte in seguito al recente restauro hanno evidenziato come queste siano state dipinte più tardi e in maniera affrettata (manca l'imprimitura della tela di lino). Del resto già dal semplice confronto stilistico emergeva chiara la minor raffinatezza delle figure, rispetto alle altre parti dell'opera. A tal proposito Scarpellini (1994, pp. 71-72) nel tentativo di meglio comprendere le vicende storico-artistiche del tabernacolo, suppone che l'esecuzione di san Francesco e di santa Chiara risalga al momento del trasferimento del trittico nella chiesa di sant'Agnese, appartenente all'Ordine francescano. D'altro canto proprio nel 1307 i Francescani vennero incaricati da papa Clemente V di arrestare i Templari e di requisirne i beni: è probabile che in quell'occasione l'opera in esame subisse tali modifiche
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000017081-0
- NUMERO D'INVENTARIO 877.0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
- ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI lato esterno sportello sinistro - S(ANCTUS) FRANCISCUS - lettere capitali - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0