trasporto di Cristo al sepolcro

dipinto, ca 1600 - ca 1610

La tela rappresenta il Trasporto di Cristo morto, momento che si colloca tra il compianto e la deposizione nel sepolcro, con cui spesso è confuso. Il corpo di Cristo adagiato sopra il lenzuolo funebre, è sorretto da Giuseppe d'Arimatea dalla parte del capo, da Nicodemo dalla parte dei piedi e da un altro uomo robusto. Intorno al Cristo stanno anche le figure della Maddalena dai lunghi capelli e di san Giovanni evangelista. A destra è descritto il deliquio della Madonna sorretta dalla pie donne (momento precedente a quello del trasporto del corpo). Sullo sfondo il luogo del Calvario, riconoscibile dalla presenza delle tre croci e la città di Gerusalemme

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 177,5 cm
    Larghezza: 176 cm
    Spessore: 4 cm
  • ATTRIBUZIONI Cavalier D'arpino (attribuito): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • INDIRIZZO Piazza Giordano Bruno, 10, Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è la copia quasi esatta (a parte la figura femminile a destra) della tavola di Raffaello dipinta per Atalanta Baglioni destinata alla chiesa di San Francesco al Prato a Perugia ed oggi conservata nella Galleria Borghese. L'opera del Cavalier d'Arpino nel XVII secolo venne trasportata all'interno dell'oratorio di San Bernardino; tra la fine del Settecento e i primi decenni del secolo successivo il dipinto tornò nella chiesa di San Francesco, dapprima nella crociera, poi sull'altare della famiglia Saccaloni-Morettini (il primo a sinistra della navata), dove la vide il Siepi (1822, p. 791). Nel 1863 entrò in Pinacoteca a seguito delle operazioni di demaniazione. La copia venne eseguita nel 1608 per volontà di Paolo V, dopo che l'originale era stato trafugato. Le cronache riportano che in occasione dell'invio in città di questa tela, vennero portate anche tre lampade d'argento per mettere a tacere le polemiche che infuriavano sulla questione. Negli stessi anni venne incaricato anche il Lanfranco di eseguire un'altra copia dell'opera di Raffaello, di cui però non sia hanno più notizie. L'attribuzione al Cavalier d'Arpino del dipinto qui in esame risale al XVII secolo e come tale giunse in Galleria
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016550
  • NUMERO D'INVENTARIO 500
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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