Gonfalone dell'Annunziata (detto dei Legisti). Annunciazione con angeli e committenti

stendardo processionale, 1466 - 1466

Gonfalone processionale con supporto costituito da tre strisce di tela cucite verticalmente, successivamente ancorate ad un telaio ligneo

  • OGGETTO stendardo processionale
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 341 cm
    Larghezza: 172 cm
  • ATTRIBUZIONI Niccolò Di Liberatore (attribuito): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Priori
  • INDIRIZZO piazza IV Novembre, Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il gonfalone proviene dalla cappella dedicata alla Vergine annunziata nella chiesa di santa Maria dei Servi a Perugia, concessa all'omonimo sodalizio nel 1466. In quell'occasione venne commissionata l'opera in sostituzione di un altro dipinto più antico. In seguito alla distruzione della chiesa avvenuta nel 1542, per far posto alla Rocca Paolina voluta da Paolo III, il dipinto, come molti altri, venne trasportato nella chiesa di santa Maria Nuova. Al suo interno dapprima fu collocato sull'altare maggiore, successivamente su di un altare del transetto e poi nella parete di facciata. Nel 1863 il gonfalone entrò in Pinacoteca, in seguito ai provvedimenti di soppressione degli ordini religiosi. La presenza nel dipinto dei notai non è casuale; dalle fonti, infatti, si ricava che il Collegio dei Legisti era particolarmente devoto alla Vergine annunziata e che il 25 marzo si recava ogni anno in processione all'altare a Lei dedicato nella chiesa dei Servi e poi in santa Maria Nuova. Il gonfalone presenta, inoltre, alcune analogie iconografiche con l'Annunciazione e san Luca, dipinta da Benedetto Bonfigli nel sesto decennio del XV secolo. E' il caso del muro di cinta, ornato di motivi all'antica, che delimita il giardino di delizie o del gusto fiorito presente sia nel dipinto del Bonfigli (lo sgabello ai piedi della Vergine e la loggia sovrastante), che in quello dell'Alunno (l'elaborato trono). Entrambi, infine, testimoniano la devozione da parte dei notai al Sacro Mistero, resa implicitamente dal Bonfigli nella figura del san Luca scrivente, invece chiaramente espressa da Niccolò di Liberatore nei Legisti dipinti in primo piano. L'opera del folignate si caratterizza per un maggiore accento adriatico, evidente soprattutto nel trono ancora di gusto gotico, che recentemente (Galassi, 1994, pp. 194-206) è stato accostato ai troni delle Virtù di Palazzo Trinci a Foligno. L'attribuzione a Niccolò di Liberatore detto l'Alunno spetta al Rumohr, che nel 1927 ne propose per primo il nome, seguito poi da quasi tutta la critica successiva. L'opera si colloca nella carriera dell'artista in un momento in cui oltre alle componenti toscane (Bartolomeo di Tommaso e Benozzo Gozzoli) intervengono nel suo linguaggio anche influenze marchigiane caratterizzate da un forte retaggio tardogotico. Riguardo alla committenza Lunghi (1996, p. 168) propone di vedere un intervento di Braccio Baglioni, lo studioso, infatti, nota che il dipinto era destinato alla medesima chiesa dove era situata anche la cappella di famiglia, inoltre dalle fonti risulta che un componente della famiglia Baglioni nel 1466 faceva parte della Confraternita dell'Annunziata, che trattò l'acquisto della cappella in santa Maria dei Servi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016236
  • NUMERO D'INVENTARIO 169
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI in basso - SOCIETAS ANUNTIATE FECIT FIERI / HOC OPUS A.D.MCCCCLXVI - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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