Madonna in trono con Bambino, Santi e angeli

dipinto, ca 1450 - ca 1453

tavola "quadra" priva di cornice originaria e di predella. La predella, citata negli inventari quattrocenteschi, è dispersa

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 187
    Larghezza: 189
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Priori
  • INDIRIZZO Corso Vannucci 19 - 06100 Perugia, Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera proviene dall’oratorio dei Santi Girolamo, Francesco e Bernardino un tempo situato all’interno del convento di san Francesco al Prato. In seguito all’occupazione napoleonica del 1797 l’oratorio fu adibito ad alloggio per le truppe e in quell’occasione probabilmente la tavola venne spostata in una cappella in san Francesco. Successivamente il dipinto pervenne all’Accademia di Belle Arti per poi giungere in Galleria, dove ancora oggi è conservato. L’attribuzione al Bonfigli proposta dal Siepi non è stata più messa in discussione, piuttosto sono state proposte due diverse datazioni. La prima colloca il dipinto negli anni settanta del Quattrocento mettendola a confronto con altre opere dello stesso autore come il gonfalone di san Fiorenzo del 1476; la seconda, sulla base di valutazioni di ordine stilistico e in seguito alla lettura del più antico inventario della confraternita databile tra il 1450 e il 1453, anticipa ad una fase immediatamente successiva al documentato soggiorno romano (1450) la data di esecuzione della tavola (cfr. Mercurelli Salari, 1996, pp.148-149). Il dipinto in questione si pone così in un momento molto vicino ai primi affreschi nella cappella dei Priori. Un tale arretramento cronologico si giustifica anche da un punto di stilistico. Notevoli sono, infatti, le analogie con le scene dedicate a san Ludovico dipinte nella residenza palatina o con la Madonna e quattro angeli (Galleria Nazionale dell’Umbria), anch’essa databile nei primi anni cinquanta. L’inizio del sesto decennio del XV secolo si rivela infatti un periodo molto promettente per Bonfigli, in quanto era ancora vivo in lui il ricordo della produzione romana e perugina dell’Angelico (transenna a marmi policromi, uso abbondante dell’oro, nicchia ornata da motivi vegetali), di Domenico Veneziano (luce che costruisce plasticamente le figure) e dell’arte fiamminga (intensa caratterizzazione dei volti, resa materica delle stoffe) conosciuta indirettamente a Perugia, ma forse vista personalmente a Firenze ed a Roma. La tavola si componeva anche di una predella, di cui però si è persa ogni traccia. La presenza in quest’opera destinata ad un oratorio francescano dei due Dottori della chiesa Tommaso e Gerolamo e il libro che ciascuno dei protagonisti tiene in mano è stata letta come allusione alla volontà manifestata dalle alte cariche dell’Ordine di formare teologicamente i frati, mettendo fine così alle accuse di ignoranza che venivano rivolte al movimento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016223
  • NUMERO D'INVENTARIO 158
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI nelle aureole di ciascun santo - SANCTUS TOMAS DE (A)QU. / S(ANCTUS) IERONIMUS DOCT(OR) / SANCTUS FRANCISCU S / SANCTUS BERNARDI (NUS) - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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