storie della vita di Gesù

trittico, ca 1319 - ca 1326
Maestro Di Paciano (attribuito)
notizie prima metà sec. XIV

Trittico mancante della tavola centrale

  • OGGETTO trittico
  • ATTRIBUZIONI Maestro Di Paciano (attribuito): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Priori
  • INDIRIZZO Corso Pietro Vannucci, 19, Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Insieme al pannello con i santi Domenico, Ludovico da Tolosa, la Vergine annunziata e la Presentazione al Tempio, conservata in questa stessa raccolta, la tavola è ricordata per la prima volta nella letteratura locale nel 1822 da Serafino Siepi come presente nella sagrestia dell'oratorio dei Disciplinati di san Francesco di Perugia […]. La descrizione fornisce una testimonianza preziosa sulla originaria collocazione del trittico di cui le due tavole facevano parte, ribadita da Carattoli nel 1878 e anche nel manoscritto di Adamo Rossi, databile intorno al 1879 […]. L'insieme è stato ricomposto graficamente nel 1982 da Dillian Gordon che ha rintracciato nelle collezioni del Collegio Teutonico di Santa Maria in Campo Santo (Città del Vaticano), l'elemento centrale, anch’esso bipartito, con la scena della Natività. Successivamente, a seguito di in un’accurata indagine archivistica, ha proposto di identificare la pala con una “tabula magnam depinctam cun una cruce supra ipsam tabulam”, descritta nell’inventario del 24 settembre 1326 della Confraternita. Piagnani, ha, a sua volta, individuato la cimasa della pala d’altare in una tavoletta raffigurante una Crocifissione, proveniente dalla chiesa di san Bartolomeo di Migiana di Montemalbe e ora nel Museo Diocesano di Pieve del Vescovi, già avvicinata da un punto di vista stilistico, agli scomparti laterali da Scarpellini. Non è nota la storia del piccolo dipinto che compare negli inventari della chiesa di Migiana solo nel 1835. Piagnani propone di identificare il committente della pala, rappresentato nella Crocifissione con l’abito dei frati predicatori, in un membro dell’aristocrazia perugina di primo Trecento, tal Jacopo de’ Scalzi, uno dei fondatori della Confraternita di san Francesco, divenuto frate domenicano nel 1318, mecenate della propria famiglia conventuale in Porta San Pietro. Questa identificazione permette a Santanicchia di collocare il dipinto tra il 1319, poiché san Ludovico era stato da poco canonizzato, eil 1325, anno della morte dello stesso Jacopo. Inoltre lo studioso mette in relazione il soggetto cristologico con le iscrizioni ebraiche presenti nella cimasa di Migiana, suggerendo un legame con la presenza della comunità ebraica a Perugia in quel torno di anni. Il riferimento dei due pannelli della Galleria Nazionale dell’Umbria allo stesso autore del Dossale proveniente dal convento francescano di Sant’Antonio a Paciano (inv. nn. 61, 65) si deve a B. Berenson che aveva inserito i dipinti in un unico catalogo. L’accostamento, non accolto da Santi che, sulla scia di Salmi e Van Marle pubblicava i pannelli della Galleria Nazionale nel 1969 come opera di un seguace perugino di Meo da Siena, fu ribadita da Boskovits. Si deve a Scarpellini, che ha coniato per l’anonimo pittore l'appellativo di maestro di Paciano, a Todini e Gordon l’analisi stilistica dell’artista, oggi approfondita dagli studi di Piagnani e Santanicchia. Il linguaggio del vivace pittore, per il quale sono stati fatti i nomi di Ceccarello Goli e Lello di Elemosina, si muove con una propria originalità iconografica e una carica espressiva semplice e popolare, attenta al dettaglio di vita quotidiana, tra l’influenza di Meo da Siena e la conoscenza dei grandi cicli assisiati. (cfr. Garibaldi, 2015, pp. 198-200 con bibliografia precedente)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016134-0
  • NUMERO D'INVENTARIO 76/81
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2016
  • ISCRIZIONI nel libro di San Domenico - PATER S[AN]C[T]E SERVA EOS DEDISTI MIHI IN NO[M]I[N]E TUO/IN MEDI/ ECCLE[SIAE] AP[ER]/UIT O[CULO]S EI[US]/ ET I[M]PLEVIT E[IUS] D[OMI]NUS SP[IRI]TU/SPIRITU [SA]PIE[NTIAE] ET I[N]TELLE[CTU]S - Galati VI, 14 - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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