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trittico portatile,

Trittico portatile cuspidato con cornice coeva composto da una tavola centrale e due sportelli

  • OGGETTO trittico portatile
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Maestro Dei Trittici Neogiotteschi Perugini (attivo Fine Sec. Xiv)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Scuola Toscana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • INDIRIZZO Piazza Giordano Bruno, 10, Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Santi (1969) ha proposto di identificare il trittico con una tavola descritta nel 1822 da Siepi nei locali al piano superiore del Monastero di Montemorcino Nuovo, raffigurante la “Vergine in atto di dare in braccio il Bambino a santa Caterina con vari angeli e santi”. Qui dal 1813 si era trasferita l’Accademia del Disegno di Belle Arti e qui erano confluite le opere raccolte con la demaniazione del 1810. Il riscontro effettuato nell’Inventario dell’Accademia del 1821 sembra confermare la presenza dell’opera nelle collezioni dell’istituzione perugina, ove due descrizioni nella medesima carta, a distanza di poche righe, sembrano riferibili al trittico, la prima: “un’antica tavola tripartita da sportelli regalata all’Accademia dal conte Marc’Antonio Oddi, una volta esistente all’Orfanotrofio di Sant’Anna con entro dipintavi una Madonna, una Crocefissione ed altri santi” (forse però più facile da associare al trittico inv. 31 dove compare anche una Sant'Anna il che renderebbe coerente anche la provenienza, la seconda “una tavola di grandezza mezzana e tripartita con una Crocifissione ed altri fatti d’Istoria Santa, ed ai lati altri Santi”. Il trittico, inizialmente riferito a un artista orvietano influenzato dalle novità senesi (Valvasour Elder, 1909), è pubblicato dal Salmi (1921) insieme al tabernacolo raffigurante al centro la Madonna con il Bambino in trono tra le sante Caterina d’Alessandria e Lucia anch’esso conservato nella Pinacoteca Vannucci (inv. 83), come un esemplare realizzato in Umbria a imitazione dei trittichetti prodotti da Bernardo Daddi e dai suoi seguaci, alla fine del XIV secolo. I due trittichetti, anche se non della stessa mano, appartengono allo stesso ambiente pittorico della seconda metà del secolo, i cui esiti rivelano affinità con la coeva produzione miniatoria perugina e con la cultura artistica assisiate (cfr. Garibaldi, 2015, pp. 269-270 con bibliografia precedente). De Marchi (2021)considera questo e il trittico inv. 73 della Galleria certamente della stessa mano e battezza il pittore come Maestro dei trittici neogiotteschi perugini, riconoscendogli caratteri fiorentini, da Bernardo Daddi a Jacopo di Cione, rimandi al neogiottismo padano e alla pittura bolognese di Jacopo di Paolo oltre alla caratterizzante vicinanza con la pittura dell'orvietano Cola Petruccioli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016131-0
  • NUMERO D'INVENTARIO 73
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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